di Nino Rizzo Nervo
Lâ??episodio che sto per raccontare non è notissimo ma conosciuto dai cosiddetti â??addetti ai lavoriâ? tanto da non poter configurare alcuna â??rivelazione di segreto di ufficioâ?. Nel 1999 prima di essere nominato direttore del Tg3 ho svolto lâ??incarico di direttore della segreteria del consiglio di amministrazione della Rai. Erano gli anni di Celli e Zaccaria. Per ragioni di ufficio partecipavo anche alle riunioni informali del consiglio di amministrazione.
Si chiamavano â??preconsigliâ? ed erano lâ??occasione in cui direttore generale e consiglieri approfondivano più liberamente, senza essere condizionati dai formalismi delle sedute ufficiali del cda, le questioni aziendali sulle quali poi avrebbero dovuto deliberare.
In una di queste riunioni si discusse della opportunità di fare andare in onda Porta a Porta solo due volte la settimana per evitare la sovrapposizione con altri approfondimenti informativi allo studio per Raidue e Raitre. Non se ne fece nulla. Presto arrivarono â??garbate sollecitazioniâ? da parte di importanti leader del centrosinistra di quegli anni, quello stesso centrosinistra che un giorno sì e lâ??altro pure protestava contro la â??faziosità â? di Porta a Porta che offriva quotidianamente lâ??immagine di un paese in guerra e fuori controllo (immigrazione clandestina, criminalità , ordine pubblico ecc.).
Questo ricordo mi è tornato alla mente leggendo il comunicato con il quale Ds e Margherita hanno criticato la puntata dellâ??altro ieri per le tabelle sul fisco taroccate dal professor Brunetta e trasmesse da Vespa senza quel minimo controllo di veridicità che un professionista serio avrebbe dovuto compiere. Bene, i due maggiori partiti dellâ??Alleanza usano parole di fuoco, «vergognosa scorrettezza», per il consigliere economico del presidente del consiglio, e toni più morbidi per Vespa concludendo comunque con il rituale invito alla commissione di vigilanza di intervenire. Nei confronti del Gran ciambellano del potere berlusconiano câ??è sempre un certo timore reverenziale che non si capisce se sia determinato dal carisma del principe dei conduttori o dalla paura di non essere più invitati alle sue trasmissioni.
La puntata di martedì sera in effetti non ci aveva sorpreso più di tanto. Ã? stata la classica furbata a cui ci ha abituato da anni il â??notaioâ? di fiducia di Silvio Berlusconi. Lâ??uomo è intelligente e scaltro: ha colto al volo che le cifre date da Brunetta, che vivaddio fa il suo mestiere, avrebbero messo in difficoltà Letta e Bersani e le ha trasformate immediatamente in un grafico che i telespettatori avrebbero percepito come un contributo neutro della redazione al dibattito.
Grazie ai due esponenti del centrosinistra il bluff è stato subito smascherato ma la gravità del fatto resta a testimonianza, se ve ne fosse ancora bisogno, della partigianeria e della inaffidabilità della principale trasmissione di approfondimento politico del servizio pubblico radiotelevisivo. Questo accadeva proprio nel giorno in cui Romano Prodi saliva al Quirinale per chiedere il rispetto delle regole, prima fra tutte la par condicio nellâ??informazione televisiva.
Cari amici del centrosinistra, lâ??Economist scriverebbe che Vespa è unfit (inadeguato) a svolgere le funzioni di conduttore del servizio pubblico radiotelevisivo. Europa da tempo vi ha spiegato e continuerà a spiegarvi il perché. Se volete, continuate a frequentare quel salotto. Però sappiate che lâ??inquadratura migliore, la scenogra fia ad effetto ed il colpo di teatro saranno sempre e solo per Berlusconi.
Lâ??uomo, direbbe Sciascia, è del resto irredimibile. Fatevi venire almeno il dubbio che sarebbe meglio non varcare quella porta.
Noi siamo convinti che anche lâ??elettore apprezzerebbe. Se però ritenete di non poter fare a meno di quella compagnia poi non protestate, perché in fondo ve la siete cercata.