di Diego Novelli
Furio Colombo ha scritto domenica scorsa un editoriale sullâ??Unità che dovrebbe far riflettere tutta la sinistra e, in modo particolare, dirigenti e militanti dei Ds. Il direttore del giornale, fondato da Antonio Gramsci (come ci ricorda ogni giorno la testata), riferisce di una sua esperienza vissuta in una sezione dei Ds, della cerchia suburbana di Roma dove era stato invitato a parlare sul tema : «Interpretiamo assieme le elezioni americane».
Con Colombo câ??era un altro relatore, un giovane rappresentante della federazione romana diessina, il quale ha sostenuto che la vittoria di George Bush è stata il frutto della sue capacità di saper toccare corde profonde, intersessi e valori di molta gente, mentre Kerry avrebbe perso perché il suo linguaggio e suoi argomenti interessavano soltanto le élite colte della città . Poi, parlando della situazione italiana, in parallelo al voto degli Stati Uniti, il giovane rappresentante della federazione romana, ha detto che la parola regime (usata da Colombo) «gli provocava lâ??orticaria».
La vittoria di Bush - scrive Colombo - è stata presentata con parole che ricordano lâ??elogio tributato a Berlusconi in molte analisi Ds dopo le elezioni del 2001. Si diceva che Berlusconi aveva colto la domanda della maggioranza degli italiani. Dopo avere con grande lucidità di analisi richiamata la situazione reale in Italia, il direttore dellâ??Unità si domanda, con evidente amarezza, come sia possibile «nel momento più buio sottoposto al controllo mediatico più rigido della televisione e della stampa italiana» irridere chi da anni descrive (come fa ogni giorno lâ??Unità ) dettagliatamente le vicende di questo regime, con qualche conseguenza personale per chi vi lavora.
Purtroppo il giovane funzionario della federazione romana non parlava soltanto per se stesso, come molto ingenuamente si è domandato Colombo. Le cronache politiche di questi ultimi tempi ci dicono con chiarezza che nei Ds convivono con fatica due anime. Ci sono coloro che, come il giovane dirigente romano, pretendono di presentare lâ??Italia di oggi come un Paese normale «a cui guardare con aria composta per prepararsi ad una regolare alternativa» e ci sono quelli che, invece, si comportano diversamente: si ostinano a combattere il regime berlusconiano senza doppiezze, con coerenza e coraggio. Questi ultimi sono considerati dai primi degli allarmisti, dei catastrofisti, dei sovversivi. Colombo chiude il suo editoriale con una confessione: «Mi sono sentito solo».
No, caro Furio, sei tuttâ??altro che solo. Anche se, sia dallâ??interno che dallâ??esterno dei Ds, câ??è chi vorrebbe cambiare la direzione dellâ??Unità . La sinistra nel suo insieme deve serrare le file attorno al giornale. Ma non basta. Si deve al più presto costruire una linea di alternativa al regime, una forza unitaria più ampia e consistente prima che sia troppo tardi. Cullarsi in una prospettiva di facile vittoria del centrosinistra nel 2006, può essere esiziale. Berlusconi è tuttâ??altro che bollito. Milioni di italiani (la maggioranza dei quali senza tessera di partito in tasca, soprattutto giovani) guardano a sinistra con grande speranza, ma anche con forte trepidazione. Bertinotti, Diliberto, Mussi, Salvi, Occhetto, Pecoraro Scanio, Di Pietro: se ci siete, battete un colpo.