di Carlo Verna*
Dove andrà la Rai ? E' una domanda che ci poniamo con crescente angoscia. L'ombra del cavallo di viale Mazzini e' sempre stata purtroppo l'ombelico del mondo della lottizzazione, dove per continuarla a dire con Jovanotti non esistono le regole, esistono solo le eccezioni. Storicamente nessuno ha trovato un modo per garantire diversamente il pluralismo editoriale a tutto danno dei professionisti indipendenti e dunque anche della qualità del prodotto offerto.
Ci siamo sempre battuti per un sistema diverso, convinti che il pluralismo potesse invece ricomporsi nell'imparzialità. Selezioni per accessi, regole per le carriere. La legge Gasparri e' andata nella direzione esattamente contraria, il cda e' un parlamentino in cui l'interesse del partito o della corrente che designa prevale su quello industriale dell'azienda. Cosa ingiusta ma compatibile in un regime di monopolio o con pochi soggetti, assolutamente insostenibile nel mercato interpiattaforma che va a delinearsi, con digitale terrestre, satellite, iptv.
C'e' una grande partita di affari che si è aperta, ipotizzabile senza esclusione di colpi. Sul servizio pubblico si abbatte il mix devastante tra lottizzazione e conflitto di interessi.Rai che rischia non solo i cavalli fatti senatori, ma anche di essere spolpata a vantaggio di Mediaset. La rottura con Sky sconcerta, il Direttore generale Masi non ne ha spiegate ancora le ragioni . Nell'interesse di chi si è rinunciato ad un contratto per 350 milioni di euro in sette anni senza che esistano al momento le condizioni tecnologiche e di mercato per proporre un' alternativa ? Come e quando la Rai pensa di poter trarre un vantaggio economico dalla scelta fatta ? E dal punto di vista del rapporto con chi paga il canone, non era mission aziendale anche evitare che la gente, soprattutto gli anziani ( come ha sottolineato il presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli ) si trovassero in una giungla di decoder e telecomandi ? Senza chiarezza sulla strategia seguita il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico , l' Usigrai e' pronto ad arrivare fino allo sciopero, da attuarsi , dopo un ragionamento comune insieme con le sigle sindacali dei lavoratori e coinvolgendo anche i dirigenti.
Ma questo e' il momento in cui tutti coloro che hanno a cuore il servizio pubblico radiotelevisivo ( meglio sarebbe dire multimediale ) debbono far sentire la loro voce.
Un colpo battuto e' certamente la proposta di legge sul conflitto di interessi Veltroni-Zaccaria , divenuta idealmente di tutta l' opposizione con le firme di Donadi e Orlando di Italia dei valori , di Tabacci dell ' Udc e di Giulietti, portavoce di quell'associazione Articolo 21, sempre attivissima sul fronte di libertà e pluralismo , che sta anche valutando l' ipotesi di un esposto alla Corte dei conti sulla "non trattativa tra Rai e Sky" . Risorse quelle di Murdoch che potevano essere utilizzate anche per evitare povere e desolanti programmazioni estive che penalizzano i soggetti piu' deboli : chi non ha la televisione a pagamento e non puo' andare di questi tempi a mare o in montagna.
* segretario Usigrai (articolo pubblicato su "Terra")