di Daniele Cerrato*
Forse è un fatto scientifico a sconvolgere il senatore Gasparri: troppo anticiclone, troppo caldo e la memoria si appanna. Dimentica che l'Usigrai ha sollevato - ancora una volta come da vent'anni a questa parte - il problema della spartizione partitica della Rai chiedendo, almeno all'opposizione, di dare un segno discontinuità, di premiare la professionalità e restituire il restituibile, per la dignità dell'informazione che offre il Servizio Pubblico, a chi paga il canone. Questo dopo che il proprietario di palazzo Grazioli e i suoi famigli si sono esercitati in una spartizione imbarazzante. Ultima prodezza addirittura la censura degli spot di Videocracy forse per paura di mostrare a troppi spettatori il loro "metodo" di lavoro.E oggi saremmo noi che chiediamo un passo indietro almeno ad una parte politica il problema? Se siamo stalinisti abbiamo davvero bisogno di ripetizioni e a questo punto sappiamo anche da chi andare. Sugli accordi fatti per dare stabilità ai tanti giornalisti precari della Rai è ancora più comica la replica del senatore Gasparri. L'accordo, primo nella storia del giornalismo italiano, si basa sui giorni di utilizzo, sull'anzianità di precariato. Ha dato e continua a dare occupazione stabile a colleghi il cui pensiero politico nessuno si è mai premurato di indagare. Lo sanno bene alcuni di quelli che, e mi spiace per il loro angusto compito, devono ogni volta che Gasparri "esterna" cercare di fargli almeno da spalla.
*vice segretario USIGRAI