di Roberto Natale*
La vergognosa decisione di Rai e Mediaset di non mandare in onda gli spot è la conferma più clamorosa di come in Italia sia ormai in vigore la videocrazia denunciata dal film di Erik Gandini. Da parte del servizio pubblico la censura è stata motivata inventandosi una incredibile necessità, persino in periodo non elettorale, di par condicio anche tra i trailer cinematografici. Mediaset avrebbe invece detto di no perché uno dei due spot mostra che la tv commerciale ha fatto grande uso del corpo femminile: come peraltro evidenzia ogni giorno la programmazione privata e pubblica. Sugli schermi Rai e Mediaset possono passare i trailer dei più efferati squartamenti cinematografici, ma non può passare un cartello che ricorda che l’Italia è al settantatreesimo posto nel mondo per la libertà di stampa. Questa aria fetida va dissolta, prima che sia troppo tardi. E’ ancora più necessario che nelle prossime settimane il sindacato dei giornalisti, le confederazioni di tutto il lavoro italiano, le rappresentanze dei cittadini consumatori diano vita ad una grande iniziativa di protesta: non è problema di questa o quella categoria professionale, ma una gigantesca questione di libertà per un intero Paese.
* presidente FNSI