di redazione
Per Alberto Mingardi, direttore generale dell'Istituto Bruno Leoni, "quella degli editori è una battaglia di retroguardia. E' assurdo contestare a Google un abuso di posizione dominante per essere riuscito a fornire, in virtù certo di vantaggi competitivi che sono conseguenza della sua crescita e del suo sviluppo, un servizio di aggregazione di notizie che porta traffico agli editori on line e riesce a dare notorietà e spazio anche alle più piccole fonti di informazioni". Secondo Mingardi, "è comprensibile che gli editori si sentano minacciati dalla crescita di Internet ma è evidente che in rete vi è molto più pluralismo di quanto ve ne sia in edicola. Questo pluralismo, questa polifonia di posizioni ed opinioni, è resa possibile solo grazie allo sviluppo commerciale di iniziative che hanno saputo trovare spazio e risorse sul libero mercato, imprimendo una straordinaria svolta ai mercati pubblicitari: come Google News. Disincentivandole si colpirebbero assieme la libertà di mercato e la liberà di opinione".