di Domenico dâ??Amati
Tra le accuse di falso rivolte all’Unità dal presidente del consiglio nell’atto di citazione davanti al Tribunale di Roma, vi è quella di avere sostenuto che egli detenga il controllo delle televisioni e lo abbia esercitato per influire sull’informazione giornalistica diffusa dalla RAI. Non è la prima volta che Berlusconi pretende di riscrivere pagine di storia contemporanea presenti non solo nelle cronache ma anche in atti istituzionali.
“Il sistema italiano presenta un’anomalia dovuta a una combinazione unica di potere economico, politico e mediatico nelle mani di un solo uomo, l’attuale presidente del Consiglio dei Ministri italiano e al fatto che il Governo italiano è, direttamente o indirettamente, in controllo di tutti i canali televisivi nazionali …..”: è quanto si legge nella risoluzione del Parlamento europeo approvata il 22 aprile 2004. Da allora la situazione è peggiorata, come è stato evidenziato, tra l’altro, dal comportamento reticente tenuto dal TG1 e dal TG2 in occasione delle vicende sardo-napoletane del premier.
Il Tribunale di Roma ha già castigato un altro attacco alla verità condotto da Berlusconi attraverso la sua Mediaset, allorché questa azienda ha chiesto la condanna di Sabina Guzzanti ad un pesante risarcimento (20 milioni di euro) per avere affermato, nella trasmissione “Raiot”, che l’impero televisivo del biscione è stato edificato da Berlusconi grazie ad appoggi politici e piduisti. Nella sentenza che ha respinto la domanda, condannando la Mediaset al pagamento delle spese, si legge, tra l’altro, che Sabina Guzzanti si è riferita a “fatti storici essenzialmente veri”.
Il giudizio promosso da Berlusconi contro l’Unità sarà l’occasione per un aggiornamento su vicende non edificanti della storia patria.