Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Editoriali
Il 19 saremo a Piazza del Popolo percheâ?? si possano conoscere i fatti
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Federico Orlando*

Cara Europa, apprendo che i giornalisti si riuniranno il 19 a Roma per una manifestazione  contro il bavaglio a cui sarebbero sottoposti. Però a me sembra che tra giornali antiberlusconiani e giornali berlusconiani ve ne diate di santa ragione, e allora mi chiedo: per bavaglio intendete solo il colpo ricevuto dall’avversario, o le cose stanno diversamente? In questo caso, dovreste spiegarvi meglio, visto che il premier continua a dire da tutte le tv che tutto quel che i giornali scrivono su di lui è falso, menzogna di cattocomunisti, perché il 90 per cento dei giornali è in mano alla sinistra. E'così? Luigi Delli Santi, Roma

Caro Delli Santi, non i giornalisti italiani, ma i cittadini italiani, invitatati dalla Federazione della stampa, si riuniranno il 19, ore 16, a piazza del Popolo, in una manifestazione di carattere civico e non corporativo o di parte. Non  volevo pubblicare la sua lettera, per eccesso d’ingenuità. Ma è sopraggiunta l’Ombra del Grande Maestro, il quale diceva che il vero giornalista deve farsi comprendere anche dal “lattaio dell’Ohio” (allora viveva in America) e che se il lettore non capisce è colpa del giornalista che non si è spiegato. Cerchiamo dunque di spiegarci. A Roma ci sono, oltre a Repubblica, due quotidiani, uno dichiaratamente di destra l’altro vicino a Casini per via della proprietà (gruppo Caltagirone, proprietario anche del quotidiano di Napoli e altri). A Milano ci sono due giornali ultraberlusconiani, il quotidiano terzista che di recente ha dovuto cambiare il direttore, il quotidiano della Confindustria, un altro quotidiano che, insieme a quelli di Bologna e di Firenze, costituisce il cd “quotidiano nazionale”, del gruppo Riffeser, uno dei più a destra in Italia. A Torino il quotidiano è della Fiat e il suo direttore, laico e di centrosinistra, è stato mandato in esilio a Roma, a dirigere l’Ansa. Il cronista parlamentare del quotidiano torinese, ultraberlusconiano, è stato nominato da Berlusconi direttore del Tg1. I due giornali della Sicilia sono in mano a editori di ultradestra. Idem, o quasi, a Bari. I settimanali sono dominio della  Mondadori (Berlusconi). A centrosinistra si schierano, oltre la Repubblica, alcuni quotidiani locali  e il settimanale l’Espresso.  I giornali vendono 5 milioni di copie (la parte del leone la fanno i giornali quotidiani sportivi e i fogli cittadini). Ma 40 o 50 milioni di italiani ricevono le notizie dalla Tv, che per nove decimi è in mano a Berlusconi. Il problema vero,però, è che le notizie sono scomparse, sostituite da commenti a notizie che non si danno. Dunque, chi segue i tg sa poco o niente di quel che accade (altro che lattaio dell’Ohio); e, se sa qualcosa, è perché tra radioline internet e bloggerie varie i fatti in qualche modo arrivano: come in guerra le notizie da Radio Londra bucavano la censura dei giornali e dell’Eiar fascisti. La più forte emozione della mia adolescenza fu ascoltare da Radio Londra la caduta di Mussolini, una notte prima che ne parlassero la radio e i giornali italiani.  Aggiungerei  due considerazioni. Una sulla responsabilità storica del centrosinistra nell’aver consentito che il titolare di concessioni pubbliche (l'uso dell’etere, nella fattispecie) entrasse in parlamento in violazione della legge che lo proibisce (un messo comunale di Fiumicino non potrebbe aprire un chiosco di gazzose su suolo comunale: conflitto d’interessi). La seconda riguarda l’operazione “direttori”, in corso da ben prima che scoppiasse lo scandalo di Noemi e D’Addario: la sostituzione agli editti bulgari, che buttavano fuori dai media  Biagi, Santoro, Luttazzo e prima Montanelli e altri, con il trasferimento ad altro incarico (Mieli, Anselmi, De Bortoli, Riotta, ecc.) per ottenere, insieme alla scomparsa delle notizie, l’uniformità e la conformità della pseudoinformazione. In America Nixon dovette dimettersi per la denuncia della Washington Post d’aver mentito sullo scandalo Wathergate; e Clinton avrebbe fatto lo stesso capitombolo per il caso Lewinsky se non si fosse umiliato davanti alla nazione dichiarandosi bugiardo e pentito. Il fatto è, caro amico, che gli americani, i famosi lattai dell’Ohio, non sono fessi. Loro.

*lettera da Europa

Letto 613 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21