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Articolo 21 - Editoriali
Una giornata per la legalitĂ  a Fondi
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di Elia Banelli

Il 9 settembre è stata una vera giornata di libertà civile nella cittadina di Fondi, quella che il Governo Berlusconi si ostina a non sciogliere nonostante la richiesta del Prefetto di Latina Bruno Frattasi, e avallata dal Ministro dell’Interno Maroni, sulla base di un corposo dossier di oltre 500 pagine che testimonia le inquietanti infiltrazioni mafiose nel comune (soprattutto del clan Tripodo) ed inchioda politici e amministratori locali alle proprie responsabilità.
La manifestazione indetta dall’Italia dei Valori ha trovato riscontro in una bella piazza, gioiosa e democratica, rovinata per pochi minuti da uno sparuto gruppuscolo di sgherri mandati dal sindaco Luigi Parisella, presente anche lui, per protestare contro la richiesta di scioglimento del comune ed offendere con i loro fischi e insulti la memoria di chi ha combattuto in passato la mafia e continua anche adesso a non abbassare la testa davanti al fenomeno criminale che opprime le realtà locali del basso Lazio.
I cittadini di Fondi hanno reagito con dignità e coraggio alle provocazioni, rispondendo con grida di “vergogna” e applaudendo con grande entusiasmo le parole di speranza pronunciate sul palco.
Quelle instancabili del senatore dell’Italia dei Valori Stefano Pedica, in prima linea nella battaglia per liberare Fondi dalla mafia e affiancato da autorevoli esponenti della società civile, come il segretario regionale dell’associazione Caponnetto Elvio Di Cesare, che ha condannato duramente il blitz inqualificabile dei supporter del sindaco di Fondi.
Sul palco sono intervenuti anche l’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando ed il presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro che ha ribadito la frase che tante critiche gli procurò a piazza Farnese: “Il silenzio uccide, il silenzio è mafioso”.
Con l’appassionante manifestazione del 9 settembre i cittadini di Fondi hanno dimostrato di credere sinceramente nei valori della legalità e nella lotta alla mafia, sfiduciando de facto un’amministrazione comunale collusa.
Si attende solo la decisione finale del Consiglio dei Ministri, scandalosamente rinviata da mesi.
Il premier Silvio Berlusconi è troppo impegnato ad attaccare le Procure di Palermo e Milano, piuttosto che ridare ai cittadini di Fondi la speranza di una politica finalmente libera dal giogo mafioso.

 

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