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Articolo 21 - Editoriali
Perchè il Gruppo Everyone dice no a Matrix
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di Roberto Malini*

Riceviamo e di seguito pubblichiamo:

Gentile... di Matrix (Canale 5), grazie del contatto. Se 
Lei si informa (con i suoi capi), Le diranno che il Gruppo EveryOne - 
che da anni si impegna, a stretto contatto con le Istituzioni 
internazionali, per limitare i danni umanitari causati dalla 
spaventosa deriva istituzionale italiana, che ha condotto a una 
tragica persecuzione delle minoranze, agli sgomberi iniqui dei Rom, ai 
respingimenti in violazione della Convenzione di Ginevra, 
all'affermazione di un partito razzista-xenofobo, alla corrosione 
progressiva della democrazia, della libertà di informazione e della 
verità - non è amato dalle tv berlusconiane né da quelle di stato (che 
sono comunque, ormai, strumenti di potere, salvo piccolissime sacche 
di illusoria libertà). Il Gruppo EveryOne non è amato da questo genere 
di media nonostante sia un'associazione umanitaria non politica. Non è 
amato perché si impegna, con sacrifici inauditi dei suoi attivisti, 
contro l'intolleranza, la persecuzione, la propaganda razziale, le 
mafie (mai in auge e potenti al sud e al nord come oggi e protette da 
leggi ad hoc). Non è amato perché non è corruttibile e non si lascia 
intimidire. Abbiamo già messo a disposizione di Matrix un'intera 
giornata, accogliendo una troupe e conducendola a contatto con 
testimoni Rom della persecuzione razziale, nella città di Pesaro. Il 
servizio realizzato non è mai andato in onda, se non - censuratissimo 
- in un orario mattutino insignificante ("E' stato bloccato due ore 
prima della messa in onda, inspiegabilmente" fu la giustificazione 
degli autori).
Ma, cosa ancora più grave, il giorno successivo alle riprese, la 
fabbrica abbandonata in cui vivevano le famiglie Rom da voi 
intervistate, con grande fiducia da parte nostra e delle famiglie 
stesse, è stata sgomberata con uno spiegamento incredibile di forze di 
polizia (si veda sul nostro sito www.everyonegroup.com "La fabbrica 
della morte"), dopo oltre un anno di permanenza. I nostri attivisti 
sono stati intimiditi e minacciati dagli agenti, durante 
l'evacuazione, nonostante fossero in collegamento telefonico con la 
Commissione europea. Due giovani mamme, di fronte alla spaventosa 
azione poliziesca, hanno perso i bambini che aspettavano proprio 
durante lo sgombero (si veda sempre "La fabbrica della morte"). La 
comunità, in cui vivevano malati di cancro, pazienti cardiopatici e 
figli di sopravvissuti all'Olocausto (il "Pharraimos", Olocausto dei 
Rom) è stata smembrata e si è dispersa per l'Europa, non senza nuovi 
lutti, fra cui l'anziano Mihai Ciuraru (veda storia nel nostro sito e 
cerchi nome su "google") e Codrean Ciuraru (fuggito in Grecia). Questi 
sono gli effetti di un'informazione non libera, ma asservita a un 
potere che non ha più umanità né morale. Corrispondere alla vostra 
richiesta di contatto significherebbe innanzitutto non avere libertà 
di espressione, perché tutto ciò che non è gradito ai suoi "capi" non 
viene trasmesso. Secondariamente, significa esporre i testimoni di 
ingiustizie a nuovi rischi, proprio perché - non se ne abbia a male, 
anche se le sarà difficile riconoscerlo - la sua trasmissione, come 
altre non offre loro alcuna tutela. Queste sono le vostre 
responsabilità, anche se vi indignate e vi auto-assolvete, come fa 
regolarmente il "padrone del vapore" di fronte all'Italia che ha 
trasformato in un inferno. Siete bravi a parlare di Diritti Umani: 
cercate di imparare anche a rispettarli. 

*Gruppo EveryOne
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