di redazione
Sommario
EDITORIALE
Senza perifrasi (p.f.d’a.)
C’è del marcio in Danimarca, questo si sa (almeno dal 1604). Ma se la Danimarca resta l’ultima terra di speranza per una società civile democratica, raccontare il marcio che razzola in essa, raccontarlo tutto e senza le cautele (cioè autocensure) del «cui prodest?», diventa un dovere verso la democrazia, e quasi un gesto d’amore. Ecco perché MicroMega dedica uno dei saggi più lunghi mai pubblicati a una analitica inchiesta sull’Italia dei valori, sulla sua realtà territoriale, sul suo carattere «uno e bino»...
SPERANZA 1
Paolo Flores d’Arcais / Ignazio Marino - Con questi dirigenti non vinceremo mai
La tara fondamentale della politica italiana, che unifica destra, centro e sinistra, è l’assoluta disinvoltura rispetto ai programmi, considerati carta straccia, specchietto per le allodole, rito fastidioso cui si ottempera perciò con frasi e proposte double face. Su tutta una serie di questioni – immigrazione, diritti civili, ambiente ed energia – i dirigenti del Pd non sono nelle condizioni di dare risposte chiare, dei sì e dei no netti. Ma a che serve un partito incapace di decidere sulle questioni fondamentali?
Andrea Scanzi - Le mie divergenze col Compagno Pd
‘Ha probabilmente ragione chi sostiene che il leader della sinistra, quello vero, in questo momento fa le elementari. E quindi tocca aspettare. È allora – e forse – vero che il Partito Disastro ha ora per obiettivo limitare i danni, portare pazienza e arginare l’Armageddon (cose che ovviamente è ben lungi dal fare, ma questo è un dettaglio)’.
SPERANZA 2
Marco Zerbino - C’è del marcio in Danimarca (L’Italia dei valori regione per regione)
Deficit di democrazia interna e strapotere in mano a pochi e discussi professionisti della politica. È il risultato della passata strategia di corto respiro dell’Idv imbarcare a destra e a manca (e soprattutto al centro) transfughi di altre formazioni politiche, consegnando loro le chiavi delle federazioni locali. Questo emerge dall’inchiesta sulle strutture locali del ‘partito dell’anticasta’. Alla vigilia di una lunga stagione congressuale e dopo candidature come quella di De Magistris, il partito di Di Pietro deve scegliere se rinnovarsi davvero o precipitare nella ‘sindrome Occhetto’.
Paolo Flores d’Arcais / Luigi De Magistris - L’Italia dei valori, partito uno e bino
L’Italia dei Valori è oggi due partiti: quello delle candidature per le Europee, con schiacciante preponderanza della società civile, e quello dei mini-potentati locali, di origine e deriva partitocratica. Per diventare la principale forza di opposizione, obiettivo ormai necessario, l’Idv deve realizzare un rinnovamento radicale che porti alla sua rifondazione. Il prezzo da pagare, altrimenti, sarà quello di ripercorrere rapidamente il mesto declino del Pd.
IL SASSO NELLO STAGNO
Marco Travaglio - Chi ha trattato con la mafia?
Le trattative fra pezzi dello Stato e Cosa Nostra durante i primi anni Novanta hanno fatto da paravento ai mandanti esterni e ai suggeritori occulti delle stragi del ’92-’93 a Palermo, Milano, Firenze e Roma. Solo quando riusciremo a rimuovere quel paravento, conosceremo i veri padri fondatori della Seconda Repubblica. Che, a differenza della Prima, non è nata dalla Resistenza, ma dalle stragi e dalle trattative, dalle bombe e dal sangue dei morti uccisi dalla mafia.
ICEBERG 1 - vizi privati, pubbliche virtù?
Stefano Rodotà - Chi ha diritto alla verità?
La democrazia, in quanto governo ‘in pubblico’, attribuisce ai cittadini non un ‘generico diritto all’informazione’ ma un diritto all’esercizio di un potere di ‘controllo del funzionamento delle diverse istituzioni e di valutazione delle persone’ che in quelle istituzioni operano. Quel che è certo, dunque, è che non è possibile ‘stabilire, secondo convenienza, fin dove può arrivare lo sguardo dei cittadini’.
Furio Colombo - La vita del capo
Il confine tra pubblico e privato nella vicenda politica e personale del nostro presidente del Consiglio non è mai esistito per volontà del diretto interessato. Che è mosso da un unico impulso irresistibile: quello di ‘andare sui giornali’. E proprio come la luce che non si spegneva mai nello studio del Duce, gli italiani vedono continuamente quel bagliore alla sua finestra ma non sanno che è tutto finto, e che la verità è nascosta altrove.
Fabrizio d’Esposito - Le strane avventure di una registrazione fantasma
Ne hanno parlato berlusconiani doc. Telefonate a luci rosse che tirano in ballo tre esponenti del governo Berlusconi in carica, due ministre e una sottosegretaria, in seguito promossa titolare di un dicastero: Mara Carfagna (Pari opportunità), Mariastella Gelmini (Istruzione) e Michela Vittoria Brambilla (Turismo). Berlusconi sostiene che le telefonate non sono mai esistite, ma i nastri delle registrazioni hard sono stati distrutti in quanto penalmente irrilevanti’. E l’onorevole Alessandra Mussolini commentò: mio nonno non ha mai nominato ministro la Petacci.
Eva Cantarella - Sesso e politica, dalla Repubblica all’Impero
Nell’antica Roma, vita pubblica e vita privata erano guidate dalle stesse ‘regole etiche’ che rimasero salde fino alla fine della Repubblica. Con l’avvento dell’Impero, i potenti si sottrassero alla morale comune, ispirandosi unicamente alla volontà di dominio, anche sessuale: romanità divenne sinonimo di virilità, intesa come esibizione di potenza. È da questo tipo di etica politica che nasce il mito di una sessualità che lo storico Paul Veyne ha definito ‘virilità di stupro’.
Lidia Ravera / Sergio Molinari - Un uomo da letto e da lettino
Una scrittrice e uno psicoanalista si interrogano: come Falstaff o Hitler, Berlusconi incarna con la propria storia sessuale, il potenziale maligno già rilevato da Shakespeare e Freud? Oppure ricorda di più Reagan, Bush junior e Perón? Con lui ritorna la mercificazione del corpo delle donne. Tra veline ed escort, un dialogo sulla nuova involuzione sessuale del modello berlusconiano.
LABIRINTO
Daniele Garrone - Fratelli cattolici, perché tacete?
L’ultimo in ordine di tempo è stata la censura dei 41 preti firmatari dell’appello di MicroMega sulla libertà di coscienza in merito al ‘testamento biologico’. Ma gli atti di normalizzazione da parte del Vaticano verso quella parte di Chiesa che si muove lungo il solco tracciato dal Concilio non si contano più. Perché i cattolici, anche i più avvertiti e sensibili al tema del pluralismo e alla cultura conciliare, continuano a tacere? La lettera aperta di un protestante ai fratelli cattolici.
Emilio Carnevali / Valerio Gigante - Mistero Boffo (ovvero l’ombra di Ruini)
‘Il nemico del mio nemico è mio amico’. È l’assunto che più di tutti ha influenzato il dibattito sull’affaire Boffo. A partire dalla stampa di centro-sinistra, che ha dipinto l’ex direttore del quotidiano dei vescovi come nuovo martire della libertà d’informazione. Ma la parabola di Dino Boffo è inscindibilmente legata all’ascesa e all’egemonia del cardinale Camillo Ruini e al ventennio di restaurazione della Chiesa italiana da lui condotto sotto il pontificato di Wojtyla prima e di Ratzinger poi.
Caterina Malavenda - Notizia di reato
Tra codici e codicilli – su querele, privacy, intercettazioni – il centro-destra moltiplica gli ostacoli allo svolgimento della professione di giornalista. Ecco le norme prodotte dalla maggioranza per difendere gli interessi del presidente del Consiglio e limitare la forza critica della stampa. E la libertà di informazione brucia tra le fiamme.
Alessandro Robecchi - Scuola di giornalismo
‘La gavetta, caro giovine, ricordati sempre la gavetta! Se il tuo desiderio è servire la verità, scrivere in buona fede, informare i tuoi lettori con onestà, essere pronto a ricrederti se cambi idea, non servire il padrone del momento, non essere servile… Se vuoi fare tutto questo, caro giovine che sogni il giornalismo, non scordare quanto è importante la gavetta! Prendi subito la tua gavetta e vai in uno dei paesi della lista che ti allego. Sono i settanta paesi del mondo dove la stampa è più libera che qui’.
ICEBERG 2 - liberista sarà lei!
Luciano Gallino - La crisi e i suoi colpevoli
‘Vi sono solide ragioni per affermare che la realtà della finanza globale non sarebbe mai cambiata alla velocità della luce laddove in Europa e negli Usa non fossero state progressivamente abolite, fin dagli anni Ottanta del Novecento, le regole precedentemente in vigore, intanto che altre nuove venivano introdotte per consentire il massimo sviluppo dei mercati finanziari e dei loro prodotti innovativi’.
Marcel Gauchet - Rifondazione democratica
Se è vero che ‘non possiamo non essere liberali’, questa crisi ci apre a una nuova consapevolezza: quella che la dimensione liberale non esaurisce il concetto di democrazia. E la ‘promessa ideologica’ di un mondo di individui liberi (e soli), sciolti da qualsiasi vincolo collettivo, si è rivelata fallimentare. A questo punto, occorre ripensare ‘di nuovo il nostro mondo’. E un’altra democrazia.
Pierfranco Pellizzetti - Il ciarpame liberista
La ‘finanziarizzazione dell’economia’ ha sconvolto i rapporti e gli equilibri sociali, ed è stata fatta passare come una ineluttabile necessità del progresso. Anche politici e intellettuali sedicenti ‘di sinistra’ si sono rivelati soltanto ‘utili idioti’ nelle mani di un’élite di potere. Dunque un ritorno a Keynes? Per essere keynesiani bisognerà andare oltre il suo pensiero canonico e ‘contribuire alla ricostruzione riflessiva della società’.
Roberto Petrini - Il feticcio del mercato
Il mito di un mercato razionale, capace di autoregolarsi, è stato definitivamente affossato, insieme alle teorie liberiste, dalla crisi economica. Ora c’è bisogno di ‘spingere i consumi, mettere in campo investimenti, tornare a un ruolo attivo dello Stato in economia, fare regole’. E in tutto questo, c’è molto dell’insegnamento keynesiano, ma c’è anche molto del sapore della svolta.
Emiliano Brancaccio - Finché dollaro non vi separi
L’amministrazione Obama è impegnata nel continuo sforzo di convincere il mondo ad ‘avere ancora fiducia nel dollaro’. Col passare dei mesi risulta tuttavia sempre più evidente l’impossibilità di ritornare allo status quo ante, e si susseguono proposte per una riforma del sistema monetario internazionale. Quali caratteristiche dovrebbe avere una riforma che consenta davvero di chiudere la lunga ‘era del dollaro’? È credibile pensare che possa essere attuata?
FILOSOFIA / FILOSOFIE
Daniel Dennett - La cristologia evoluzionista (presentazione di Telmo Pievani)
I teologi sono ancora convinti di potersela cavare con una ‘cristologia evoluzionista’. Con la pretesa di parlare di scienza e di sostenere tutto e il contrario di tutto pur di contrastare il progresso scientifico. La debolezza della teologia, nella cronaca ironica e fulminante di una strampalata sessione del bicentenario darwiniano.