di Alberto Spampinato
Lo storico Giuseppe Casarrubea ha pubblicato sul suo blog una interessante lettura critica del libro "C'erano bei cani ma molto seri". Ve ne propongo alcuni brani e il link per leggere il testo integrale.
Casarrubea è l'autore del recente "Lupara nera - La guerra segreta alla democrazia in Italia 1943-1947", Bompiani", scritto insieme a Mario J. Cereghino, e di "Storia segreta della Sicilia. Dallo sbarco alleato a Portella della Ginestra", Bompiani 2005, due libri che rivelano un volto sconosciuto dell'Isola. Fin dall'armistizio dell'8 settembre 1943 e fino alla fine della Guerra Fredda, nel 1989, si apprende da questi due libri, in particolare dall'ultimo, la Sicilia è stata un luogo di interesse strategico primario per gli interessi degli Stati Uniti nel Mediterraneo e per il confronto con il blocco sovietico. Un luogo difeso con un patto segreto fra i servizi di intelligence americani, la mafia siciliana e formazioni segrete fasciste e monarchiche in perenne allerta, intente in azioni armate e terroristiche contro il movimento sindacale e comunista e più volte sul punto di ordire un colpo di stato anticomunista d'intesa con settori dei servizi segreti italiani e reparti speciali dei carabinieri. Casarrubea traccia questo quadro inquiietante sulla base di un'ampia e inedita documentazione, tratta in gran parte dagli archivi dell'intelligence Usa recentemente desegretati. Ne deriva un quadro davvero impressionante. Ancor più impressionante è il fatto che questo libro stia passando sotto silenzio, fatta eccezione di una feroce stroncatura sul Corriere della Sera, di Antonio Carioti che, contestando la ricostruzione dei retroscena americani dell'eccidio di Portella della Ginestra, boccia l'intero libro. E' difficile però contestare la miriade di documenti puntigliosamente citati da Casarrubea e da Cereghino. Personalmente credo che chiunque voglia farsi un'idea di ciò che è accaduto in Sicilia, dietro le quinte, nel Dopoguerra, dovrebbe leggere questo libro.
Mi sembramno interessanti, come spunti da cogliere, gli accostamenti che Casarrubea fa in questo articolo fra la storia di Giovanni Spampinato e le manovre oscure e sotterranee ordite in Sicilia e in Italia in quegli anni in nome dell'anticomunismo e della difesa dell'Occidente. Gli Usa hanno aperto gli archivi. In Italia gli archivi restano chiusi e si oscurano i libri che ne rivelano, almeno in parte, l'inquietante contenuto.
ALBERTO SPAMPINATO
GIOVANNI SPAMPINATO NEL TUNNEL
di Giuseppe Casarrubea
Quello di Alberto Spampinato, C’erano bei cani ma molto seri, Milano, Ponte alle Grazie, 2009, pp. 294, euro 15,50, è un libro autobiografico in cui é puntigliosamente ricostruita la storia professionale di questo precoce giornalista Un libro che offre molti spunti alla riflessione, ricostruisce il filo logico di una battaglia ancora tutta da comprendere e si muove nei labirinti del patto scellerato tra quelli che possiamo definire elementi della “santissima trinità” (mondo eversivo e criminale, mafia e potere politico-istituzionale), già denunciato dal bandito Gaspare Pisciotta all’indomani della strage di Portella della Ginestra (1947)...
...Da due Archivi di grande rilievo, distanti fra di loro diverse migliaia di chilometri, e contenenti documenti scritti da soggetti appartenenti a schieramenti politici diversi, il Kew Gardens britannico e l’Archivio nazionale dei Servizi di Sicurezza di Budapest, apprendiamo che nella seconda metà degli anni Settanta era in preparazione in Italia un colpo di Stato, voluto dalla Nato che in Sicilia aveva le sue principali basi strategiche e militari. Non c’è dubbio che qualcosa di grosso doveva essere accaduto. Lo dimostra il formicaio dei neofascisti in grande fermento nell’isola. Come aveva capito Giovanni Spampinato non si tratta di elementi isolati. Nel ’72 fascisti locali e fascisti rappresentativi sul piano nazionale tessono le loro saldature. Qualcosa si mette a punto. Il vicequestore Giuseppe Peri indaga per un altro contesto, sul rapporto tra sequestri, furti, rapine e finanziamento di attività neofasciste. Viene arrestato Pierluigi Concutelli, e l’indagine fonda alcune ipotesi su uno strano incidente aereo avvenuto il 5 maggio 1972 a Montagna Longa (Cinisi), territorio di Tano Badalamenti. Strano anche perché vi perdono la vita diverse persone vicine al giornalista ragusano.
...Giovanni, militante comunista e corrispondente del giornale di sinistra che Vittorio Nisticò ha orientato verso il giornalismo di inchiesta, é un giovane che ha fatto del suo mestiere una fucina di impegno e di ricerca della verità. Essere giornalisti é per lui un modo per mettersi sulle tracce della conoscenza. Non quella che appare attraverso le immagini e le rappresentazioni oleografiche dei luoghi comuni, o dell’ovvietà, ma quell’altra che se ne sta, chissà da quanto tempo, sommersa e ha una sua vita ipogea, come una malattia maligna pronta a esplodere in qualsiasi momento. Perciò il lavoro di uomini come Giovanni, raramente si può incontrare nella Sicilia di quegli anni. A parte Dolci e Sciascia. E pochi altri.
(Giuseppe Casarrubea)
il testo integrale:
http://casarrubea.wordpress.com/2009/09/26/giovanni-spampinato-nel-tunnel/
http://www.cittanuove-corleone.it/La%20Sicilia,%20Gli%20eterni%20segreti%20della%20Sicilia%2019.07.2009.pdf
http://archiviostorico.corriere.it/2009/luglio/11/Non_era_America_dietro_Giuliano_co_9_090711056.shtml