di Giuseppe Giulietti
A quanto ci è dato sapere, domani ci si appresta a varare delle nomine in Rai che, come ormai usuale, sono state lanciate dalla stampa vicina al governo. Sembrerebbe che come in un blitz, domani si voglia procedere quasi “manu militare” alle nomine al Tg3, a Rai International, alla TGR. Si parla, dunque immagino, di sostituire professionisti come Angela Buttiglione, Piero Badaloni, Piero Di Pasquale, Maurizio Bertucci, Antonio Di Bella. Giornalisti e professionisti vicini ma a volte anche molto lontani dalla nostra appartenenza culturale.
Ciò che non può essere sopportato è che si arrivi a rimozioni senza dire all’opinione pubblica i motivi per cui tali professionalità, di valore certamente oggettivo, vengono sostituite. Senza definire i reali motivi per cui un’azienda sceglie di cambiare delle figure chiave della propria struttura pur in presenza di risultati positivi. Quali sono le ragioni effettive di questi cambiamenti? A quali logiche rispondono? Sono professionisti che hanno lavorato forse male? Che non hanno ottemperato ai compiti cui erano stati chiamati? Sono troppo autonomi? Lo sono troppo poco? Sono troppo dediti al pluralismo? O forse lo sono troppo poco? O non ottempereranno ai compiti cui verranno chiamati forse non dai vertici dell’azienda ma da altri vertici? A noi non ci interessa sapere da chi saranno sostituiti. Penso però che non sia più accettabile che si proceda in questo senso.
E spero, anzi ne sono convinto, che su tale principio di salvaguardia delle professionalità e dei risultati ottenuti da chi domani verrà rimosso senza giustificato motivo, vi sia un parere unanime da parte di tutta l’opposizione. A noi non interessano i nomi dei nuovi nominati poiché anche loro, in ogni caso, sono vittime dello stesso sistema, sebbene tutti appartenenti ad un medesimo schieramento politico. Anche per questi metodi il 3 ottobre saremo in piazza del Popolo a Roma, per un’informazione che non abbia alcun tipo di guinzaglio.