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Articolo 21 - Editoriali
I pericoli derivanti dal mancato scioglimento del Comune
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di Comitato permanente contro le mafie - Fondi

Le dimissioni del Sindaco di Fondi Luigi Parisella e dei consiglieri di maggioranza sono la riprova che il centro destra fondano, dietro consiglio del Senatore Claudio Fazzone, ha voluto sfidare fino al limite la legalità nel tentativo di evitare lo scioglimento richiesto dalla Commissione prefettizia per infiltrazioni mafiose. Esse non sono altro che una sostanziale ammissione di responsabilità. Se il Consiglio dei Ministri di venerdì prossimo decidesse per il non scioglimento in base alla procedura straordinaria, ci troveremmo di fronte al primo caso in Italia di non applicazione della normativa prevista dal novellato art. 143 del TUEL e si aprirebbe la strada, in futuro, alla  impossibilità di procedere a qualsiasi scioglimento di Consigli comunali per infiltrazioni mafiose. Fatto di estrema gravità e dimostrazione, se ce ne fosse stato bisogno, che il Governo Berlusconi tende a smantellare la normativa antimafia e a dare segnali preoccupanti di resa nei confronti delle organizzazioni criminali. Nel caso sciagurato che si arrivasse a tanto, facciamo appello a tutte le forze politiche democratiche del centro sinistra, rappresentate e non in Parlamento, alle associazioni che si battono contro le mafie, alle organizzazioni sindacali e alla società civile, perché si ritorni in piazza, in modo unitario, così come avvenuto per la manifestazione nazionale del 25 settembre, per ribadire con più forza che la lotta alle mafie si fa senza concessioni e calcoli di natura poltico-elettorali. In questi pochi giorni che ci dividono da venerdì prossimo chiediamo a tutti gli organi di stampa di mantenere altissima l’attenzione su quanto potrà accadere, in considerazione che il “caso Fondi” sta ricoprendo, sempre più, valenza nazionale.

LO SCENARIO INQUIETANTE NEL SUD PONTINO ED OLTRE
La  1° Relazione   redatta dal Prefetto di Latina, relativamente all’altissimo livello di penetrazione mafiosa nel tessuto economico, sociale, politico ed istituzionale della città di Fondi e del territorio circostante, ha offerto all’opinione pubblica nazionale uno scenario finora inimmaginabile ed estremamente inquietante.
Scenario  probabilmente ancora più inquietante di quello  disegnato finora, se si considera che la Relazione medesima si è basata su analisi, accertamenti, indagini di carattere essenzialmente amministrativo svolti  da una Commissione di accesso agli atti  istituita ad hoc dal Prefetto medesimo, anche se supportati da  elementi  di carattere giudiziario ed investigativo acquisiti da inchieste svolte finora dalla Magistratura competente e dalle forze dell’ordine riferibili alle cosiddette operazioni “Damasco 1 “ e “Damasco 2 “.
Ciò, in quanto, come riportato dagli organi di stampa, sarebbero  in corso  ulteriori indagini da parte dell’Autorità Giudiziaria. Indagini che presumibilmente porteranno ad ulteriori provvedimenti rispetto a quelli già adottati, con il conseguente aggravamento  del quadro già delineato.
Quella che ci è stata presentata, a seguito di lunghi e meticolosi accertamenti delle forze dell’ordine e della magistratura, è una situazione oltremodo drammatica che vede la presenza massiccia  ed asfissiante della criminalità organizzata in significativi pezzi dell’economia fondana e dell’intero territorio e, quel che ancor più grave, conseguenti, pesanti condizionamenti  da parte della stessa sulla vita politica ed amministrativa.
Condizionamenti che, con un’ottica che travalica i confini di Fondi e si estende anche al vicino territorio, sono stati già accertati nel corso dell’operazione cosiddetta “Formia Connection” svolta alcuni anni fa della quale ancora si attendono  gli sviluppi a livello giudiziario, che hanno messo in evidenza l’esistenza di collegamenti fra soggetti appartenenti alla criminalità organizzata ed esponenti politici ed istituzionali sia di Formia che di Minturno.
Un intero territorio,insomma,che si estende oltre i confini di Fondi, dal Garigliano fino  a Terracina e San Felice Circeo ed oltre, devastato e fortemente condizionato nel suo vivere quotidiano dalla criminalità organizzata.
LE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA ARMANDO CUSANI
In un quadro già così drammatico, assumono  un carattere di particolare incidenza sul piano dell’opinione pubblica le incredibili dichiarazioni, riportate dalla stampa, del Presidente dell’Amministrazione Provinciale Armando Cusani, il quale, parlando delle inchieste svolte dall’Autorità Giudiziaria sul “ caso Fondi”, ne ha attribuito la responsabilità a “ pezzi deviati dello Stato”.
Una gravissima offesa, questa, alle Istituzioni tutte, dalla Magistratura alle forze dell’ordine, dal  Ministro dell’Interno al Prefetto di Latina, a tutti quegli organismi investigativi, giudiziari, amministrativi dello Stato, oltreché associativi e politici, che per anni si sono prodigati in uno sforzo generoso teso ad accertare il gravissimo danno arrecato alla legalità ed allo Stato di diritto.
Un atto, quello del Presidente dell’Amministrazione provinciale di Latina, irresponsabile, tenuto conto del suo ruolo istituzionale, dal sapore eversivo e che potrebbe assumere aspetti di rilevanza  anche di carattere penale.
Il Comitato permanente contro le mafie, recentemente costituitosi a Fondi con la partecipazione di tutti i partiti di centrosinistra e delle Associazioni Legambiente, Arci Murales, Il Cantiere Sociale ed A.Caponnetto, deplora  il comportamento irresponsabile del Presidente della Provincia di Latina per le sue inqualificabili dichiarazioni contro le Istituzioni e chiede  ufficialmente all’Autorità Giudiziaria di  dare inizio  alle conseguenti azioni di sua competenza.
Fondi, lì 06 ottobre 2009
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