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Articolo 21 - Editoriali
Allarme carceri: sfiorate le 65mila presenze
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di Bruna Iacopino

Allarme carceri ancora in primo piano. Dopo la visita effettuata il 15 agosto di quest'anno da 153 parlamentari nelle carceri italiane per verificarne le condizioni, tutto è rimasto fermo e immobile esattamente come prima, con l'unica differenza che il numero dei detenuti continua ad aumentare. A denunciralo è oggi con una nota stampa il sindacato di Polizia penitenziaria Sappe, nella quale si legge: "Oggi, quasi sicuramente, le duecento e piu' carceri italiane supereranno la soglia delle 65mila presenze di persone detenute, cifra mai raggiunta nella Storia del Paese. E raggiungeranno questo triste record nell'indifferenza della classe politica e degli organi deputati a monitorare la situazione". Ciò, nonostante le regioni a rischio siano scese a 11 rispetto alle 12 del mese scorso, sottolinea sempre la nota. Questo perchè, a fronte dell'immobilità del Governo su questo fronte, l'unico provvedimento attuabile era il trasferimento da un carcere all'altro di detenuti in sovrannumero, provvedimento che naturalmente non ha affatto risolto il problema, tenendo conto che la capienza massima delle carceri, rimane la stessa, 43.117 posti.
Una situazione che è ormai di fatto divenuta esplosiva e che sta lentamente sfuggendo al controllo. Non si fermano infatti gli episodi di autolesionismo e i tentativi di suicidio, molti giunti a buon fine, così come non si fermano le proteste dei detenuti e della polizia penitenziaria, che dopo il sit-in di ieri a Roma, ha intenzione di scendere nuovamente in piazza contro la politica di tagli imposta dall'esecutivo, il 28 di ottobre, in compagnia del Corpo forestale e della polizia. A nulla valgono dunque gli impegni e le promesse scucite in sede europea dal Ministro della Giustizia Angelino Alfano, il quale sostiene da sempre che il problema sovraffollamento non può essere un problema solo italiano ma deve essere affrontato in sede europea, dato l'alto numero di stranieri presenti nelle carceri. L'ipotesi caldeggiata dal ministro della giustizia è infatti quella di ottenere il trasferimento dei detenuti stranieri nelle carceri dei rispettivi paesi, così da liberare le celle italiane. Ipotesi che, oltre ad avere in prospettiva tempi piuttosto lunghi, non è sicurmante di semplice realizzazione e, soprattutto non prende in considerazione le possibili reazioni dei detenuti ad una simile decisione.
A questo bisogna poi aggiungere l'altro dato allarmante da cui si evince lo “stato di cattiva salute” in cui versa il sistema penitenziario italiano: secondo l'ultimo rapporto pubblicato ai primi di settembre da Ristretti Orizzonti, i suicidi in carcere dal'inizio dell'anno sono stati 48, un aumento di quasi il 50% rispetto allo scorso anno, ancora maggiore rispetto agli anni precedenti.
Emblematica, e utile a chi non abbia un quadro definito della situazione risulta, a questo proposito, la lettura delle lettere dal carcere inviate a radiocarcere.com e pubblicate da www.innocentievasioni.net...
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