di Giancarlo Aresta*
Su iniziativa del parlamento (voluta e votata da tutte le forze politiche al senato e poi alla camera), nella Legge 99 del 23 luglio 2009 si è deciso di evitare il naufragio di oltre cento testate quotidiane e periodiche - cooperative, non profit e di partito - garantendo il diritto soggettivo ai contributi diretti anche per il 2009 e destinando 70 milioni di euro al pagamento integrale di queste provvidenze per il 2008 e il 2009.
Una misura elementare e minima di garanzia del pluralismo, in una fase di guerra per la sopravvivenza nell'informazione italiana.
In due interrogazioni presentate ieri - al senato da Butti (Pdl), Lusi (Pd), Mura (Lega Nord) e Vita (Pd) e alla camera da Giulietti (Misto) e De Biasi (Pd) - si apprende da fonti documentate che i 70 milioni del 2008 non sarebbero ancora stati assegnati dal Tesoro al Dipartimento editoria. Un problema grave, ancora più grave perché siamo agli sgoccioli.
Si riunirà venerdì la Commissione della presidenza del Consiglio, che esamina le domande degli editori, e dovranno essere pronti entro il 10 novembre i decreti di pagamento (dal momento che a metà novembre la Ragioneria interrompe ogni versamento: e chi si è visto, si è visto). Ad oggi, perciò, non si sa se verrà pagato il 100% o poco più del 60%.
Sia ben chiaro. I contributi 2008 sono un diritto soggettivo delle imprese, e dovranno essere pagati fino all'ultimo euro. Ma questa forma estrema di ostruzionismo del ministero del Tesoro rischia di mandare in malora decine di testate, pregiudicando il loro rapporto con gli istituti di credito, che anticipano questi contributi (in quanto sono un diritto certo ed esigibile).
Un danno mostruoso per i giornali cooperativi e autogestiti (oggi gli unici 'editori puri') e per quelli di partito. Una inutile e pesante rappresaglia di chi voleva cancellarli. Una minaccia seria per il pluralismo. Una offesa profonda del governo al parlamento. Ne vale la pena? Ci auguriamo che prevalga la ragionevolezza. E che, in queste ultime ore, vengano esplorati tutti i percorsi utili per non arrecare una ultima e pesante ferita al pluralismo, mentre il mondo dell'informazione brucia, infiammato dal conflitto di interessi.
*dal Manifesto
Di seguito il testo dell'interrogazione
INTERROGAZIONE
Al Ministro dell'Economia e delle Finanze, al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Premesso che
la legge 6 agosto 2008, n. 133 e la legge finanziaria 22 dicembre 2008, n. 203, hanno decurtato, di 152 milioni di euro, il già esiguo fondo per l' editoria;
in seguito a numerose iniziative del settore, la legge n. 99 del 23 luglio 2009 ha previsto, all'art. 56 comma 2, uno stanziamento di 70 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009/2010;
premesso, inoltre, che
il mondo dell'editoria vive un momento di grande difficoltà, dovuto alla flessione delle vendite e alla crisi della pubblicità;
considerato che
corrono voci circa il fatto che le risorse previste per l'anno 2009 non siano ancora state assegnate al fondo editoria;
considerato, inoltre, che
lo stesso rappresentante del Governo, all'epoca, si rimise al giudizio del Parlamento, che approvò con voto unanime il provvedimento;
si chiede di sapere quale iniziative il Governo intenda assumere, qualora la somma stanziata dalla legge non venga assegnata entro il corrente mese, assicurando comunque l'attuazione della volontà del Parlamento.