di Lorenzo Frigerio
“La lotta alla mafia (primo problema morale da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata) non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, anche religioso, che coinvolgesse tutti, che tutti abituasse a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità”. (Paolo Borsellino, Palermo martedì 23 giugno 1992, Chiesa di San Domenico).
Proprio le parole utilizzate da Paolo Borsellino per ricordare l’amico e collega Giovanni Falcone, ucciso solo trenta giorni prima a Capaci, sono il primo e importante punto di riferimento nell’approssimarsi della seconda edizione di Contromafie, gli stati generali dell’antimafia. Solo a distanza di molti anni si è capito quale fosse il senso della profezia contenuta in quel discorso accorato e addolorato, perché i risultati tangibili e concreti sono oggi sotto gli occhi di tutti e rappresentano la punta più avanzata di quel “movimento culturale e morale, anche religioso” auspicato allora dal magistrato.
Questi importanti risultati in termini di promozione dei diritti civili e di contrasto alle mafie sono frutto dell’impegno di cittadini e associazioni, di istituzioni e società responsabile, di studenti e di uomini di cultura, di imprenditori e di sindacalisti, di giornalisti e operatori sociali, di magistrati e di uomini e donne delle forze dell’ordine. Per dare voce alle diverse esperienze e realtà che quotidianamente si spendono contro mafie e illegalità, violenza e corruzione l’appuntamento è quindi fissato a Roma dal 23 al 25 ottobre 2009.
Le tre giornate di Roma sono promosse da Libera ma non sono un appuntamento interno all’associazione, costituiscono piuttosto una occasione di incontro, una possibilità offerta, uno spazio aperto al confronto per quanti credono che non si possa delegare la questione del contrasto alle mafie soltanto agli organi preposti alla repressione della crimine.
Se è vero che l’alternativa al sistema mafioso si costruisce con diritto e giustizia, occorre che i percorsi di promozione umana, di educazione alla legalità, di libera informazione, di tutela dei diritti umani, di economia pulita vengano rafforzati nel quadro dei principi sanciti dalla Carta Costituzionale. Ecco perché il messaggio di Contromafie pur essendo duplice – la battaglia contro le mafie è una battaglia per la giustizia sociale – allo stesso tempo indica una sola direzione di marcia, quella della proposta: non basta ribadire una volontà di contrarietà e di contrasto al potere mafioso, ma contemporaneamente vanno indicate le strade che occorre costruire e percorrere perché i favori diventino diritti, le illegalità siano vinte dalla legge, l’economia sia al servizio dell’uomo, l’informazione e la cultura superino silenzi e omertà.
Libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia, solidarietà: sono le sei parole chiave che costituiscono la cifra più autentica degli Stati generali dell’antimafia. Rappresentano le sei aree all’interno delle quali, divisi per gruppi nella seconda giornata di lavoro, centinaia e centinaia di persone provenienti da tutta Italia e anche dall’estero si ritroveranno per discutere e ragionare insieme sui successi conseguiti nella lotta alle mafie, ma soprattutto per indicare o rilanciare quelle proposte che si ritengono fondamentali per ottenere migliori risultati.
Contromafie è poi l’occasione per confrontarsi con magistrati e rappresentanti delle forze dell’ordine, esperti e studiosi che mettono a disposizione la loro professionalità e le loro conoscenze per diffondere informazioni e strategie di contrasto alle mafie nazionali e internazionali. Il punto di partenza della discussione è il manifesto della prima edizione: il documento allora approvato non contiene solo una serie di proposte legislative e richieste di intervento a Governo e Parlamento, ma rappresenta soprattutto la sintesi dei termini di un impegno assunto a livello personale e collettivo da quanti parteciparono agli Stati generali del 2006.
In sintesi, i principali obiettivi della seconda edizione di Contromafie sono pertanto: la definizione di percorsi e strategie di prevenzione e contrasto alla violenza mafiosa e alla cultura dell’illegalità che l’alimenta; la valorizzazione di associazioni, organizzazioni e realtà che, a diverso titolo, promuovono cultura, informazione e mobilitazione contro le mafie e per la legalità; l’aggiornamento della conoscenza delle diverse mafie, dei loro affari e alleanze; la verifica delle proposte contenute nel manifesto finale della prima edizione, per sottolineare positivamente gli obiettivi raggiunti e denunciare con forza lacune e ritardi; la redazione di un nuovo manifesto indirizzato alla società e alla politica non solo italiana, ma europea in primo luogo, per dare un respiro continentale alla lotta contro le organizzazioni mafiose (si pensi, ad esempio, all’azione promossa da Libera e FLARE nei riguardi del Parlamento Europeo per la questione dell’uso sociale dei beni confiscati o per l’introduzione negli altri ordinamenti del reato associativo).
A distanza di tre anni, in un contesto politico e sociale come è quello attuale dove illegalità, malcostume, violenza e sopruso sono all’ordine del giorno e le mafie prosperano nel silenzio, anche il vasto arcipelago dell’associazionismo antimafia ha bisogno di mettere un punto fermo alle fatiche di tutti i giorni, guardando a quanto di positivo è stato fatto prima ancora di moltiplicare gli sforzi per nuovi percorsi di impegno.
Contromafie allora è un punto di arrivo, ma soprattutto è un punto di partenza per conseguire nuovi risultati che sono il modo migliore che abbiamo per ripagare il sacrificio delle tante vittime di mafie e il dolore dei loro familiari che in questi anni sono stato un prezioso contributo all’opera di riscatto del nostro paese.