di David Sassoli*
A Strasburgo ci siamo battuti perché fosse risolto un conflitto di interesse e si evitasse qualsiasi forma di pressione da parte del Governo nei confronti dei giornali e dei mezzi d’informazione italiani. Su questo eravamo riusciti a trovare un’intesa comune tra i gruppi di centro sinistra al Parlamento europeo. Noi chiedevamo alla Commissione una direttiva europea sul pluralismo dei media e sugli standard per il servizio pubblico televisivo che valesse per tutti gli Stati membri e che impedisse di ledere il diritto di informare. Ma nessuna risoluzione è passata, né la nostra né quella proposta dal PPE in cui si sosteneva che in Italia non esiste una minaccia alla libertà d’informazione. Noi siamo soddisfatti di aver bocciato la risoluzione del Partito popolare che è maggioranza in Europa. Questo però significa che il Parlamento europeo è diviso ed è la dimostrazione che anche nel fronte conservatore si pensa che la materia debba essere regolata e che occorrano standard europei per superare le anomalie presenti in molti Paesi d’Europa. Dispiace invece constatare che il gruppo dell'ALDE e l'Italia dei Valori non abbiano garantito la coesione necessaria per ottenere la maggioranza sul testo concordato. I risultati del voto per l’appello nominale sulla risoluzione comune hanno, infatti, evidenziato che il voto contrario dell'on. Vincenzo Iovine (Idv) e le astensioni degli onorevoli Aylward, Crowley, Gallagher (Fianna Fail) del gruppo ALDE non hanno permesso di ottenere la maggioranza alla nostra risoluzione. Volevamo risolvere un’anomalia presente in Italia e negli altri paesi, ma per ora non è stato possibile avviare un lavoro sui media che avesse un ampio respiro europeo. Faremo in modo che la materia venga riproposta, naturalmente questo qui è un campo con molte implicazioni: c’è un problema di standard per i servizi pubblici radiotelevisivi, c’è un problema di concentrazione delle risorse, c’è un problema che riguarda il conflitto di interessi. Sono tanti gli elementi che ruotano intorno al pluralismo dell’informazione e alle sue garanzie, cose su cui naturalmente le istituzioni europee non possono pensare di non decidere. E quindi riproporremo la questione anche in un prossimo futuro.
*europarlamentare PD