Articolo 21 - Editoriali
Primarie PD: e se domani...
di Vincenzo Vita
Che se ne tenga conto. Tre milioni di persone alle primarie del Partito democratico ci interpellano più del risultato. E’ un dato davvero significativo, un invito rivolto al ceto politico del Pd (ma non solo) a tenere conto dell’universo che ‘sta fuori’. E questo spiega anche, almeno in parte, il forte incremento -rispetto alla fase interna dei circoli del partito- dei consensi verso Marino. E’ un mondo che fu attivato dalla prima stagione di Veltroni, cui via via non si è più riusciti a dare risposta. E non è riuscito nell’impresa il pur bravo e generoso Franceschini, il quale ha avuto certo il merito di reggere un periodo difficilissimo.
E’ innanzitutto Pier Luigi Bersani a doverci riflettere. Ed è verosimile che lo farà, eletto così nettamente segretario di un pezzo d’Italia che non può continuare a subire i colpi intimidatori e crudeli del ‘berlusconismo’. Si può, anzi, sperare che (è accaduto tante volte nelle narrazioni della politica) proprio l’ex candidato dal profilo più classico ci riservi delle sorprese: facendo sue le istanze migliori degli altri candidati, ascoltando l’universo dei movimenti e delle associazioni, dialogando con la sinistra, organizzata e non. Questo vale per chi ha appoggiato con impegno Bersani, per chi non è stato convinto, per chi ha votato con riserva.
E ci sono tanti che si richiamano ai valori (quelli eterni) della sinistra a voler superare dubbi e perplessità. Che idea di partito metterà in campo il neo-segretario? Accentrato o plurale e ricco di diversità? Magnanimo con il ‘dissenso’ o autenticamente democratico? Tattico o strategico nell’apertura a sinistra? Attento ai percorsi della società della rete? E così via. Ma, in ogni caso, ricostruiamo un moderno riformismo, con la voglia di restituire dignità e autorevolezza alla Politica, di fornire risposte concrete agli ultimi, ai penultimi….
Guardiamo avanti e diamoci da fare, ricordandoci l’ammonimento del brano straordinario di Alda Merini: ‘tu mi dici sempre domani e non ti accorgi che il domani è già passato…’
E’ innanzitutto Pier Luigi Bersani a doverci riflettere. Ed è verosimile che lo farà, eletto così nettamente segretario di un pezzo d’Italia che non può continuare a subire i colpi intimidatori e crudeli del ‘berlusconismo’. Si può, anzi, sperare che (è accaduto tante volte nelle narrazioni della politica) proprio l’ex candidato dal profilo più classico ci riservi delle sorprese: facendo sue le istanze migliori degli altri candidati, ascoltando l’universo dei movimenti e delle associazioni, dialogando con la sinistra, organizzata e non. Questo vale per chi ha appoggiato con impegno Bersani, per chi non è stato convinto, per chi ha votato con riserva.
E ci sono tanti che si richiamano ai valori (quelli eterni) della sinistra a voler superare dubbi e perplessità. Che idea di partito metterà in campo il neo-segretario? Accentrato o plurale e ricco di diversità? Magnanimo con il ‘dissenso’ o autenticamente democratico? Tattico o strategico nell’apertura a sinistra? Attento ai percorsi della società della rete? E così via. Ma, in ogni caso, ricostruiamo un moderno riformismo, con la voglia di restituire dignità e autorevolezza alla Politica, di fornire risposte concrete agli ultimi, ai penultimi….
Guardiamo avanti e diamoci da fare, ricordandoci l’ammonimento del brano straordinario di Alda Merini: ‘tu mi dici sempre domani e non ti accorgi che il domani è già passato…’
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