di Enzo Costa*
Se qui attaccassi il gruppo di Facebook “Uccidiamo Berlusconi”, potrebbe sorgere il gruppo “Uccidiamo Enzo Costa” (a buttarla in megalomania), o almeno (a buttarla in modestia) il gruppetto “Procuriamo lievi ferite a chi scrive stupidaggini il lunedì”. Anche chi non ha idee precise sulla rete (potenziale ispiratore del gruppo “Non lasciamo incolumi quanti sanno poco del web”), coglie gli effetti della vertigine da virtualità: opposti sarcasmi, furori parolai, tribal(l)ismi alimentati dal semianominato alimentanti vittimismi da vip. Un bailamme informatico-mediatico-politico in cui tutto si tiene: la nascita del contro-gruppo “Uccidiamo chi vuole uccidere Berlusconi”, l’allarme di Alfano per il gruppo originario e non per il suo derivato antitetico (un altro lodo squilibrato), il fatto che ci si indigni più per il gioco idiota “Rimbalza il clandestino” di Bossi junior che per la politica feroce di Bossi senior. Io, comunque, ho fondato un asocial network. Che ovviamente non frequento.
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* da l'Unità