di Montesquieu*
IL GIORNO DEI GIUDIZI
Il primo giorno di un segretario di partito non può essere il giorno dei giudizi ,per l’ovvietà della successione temporale. E sarebbe bene che non fosse quello dei pregiudizi .E’ giusto ,invece ,che sia il giorno degli interrogativi,della curiosità, e quindi delle domande ,quelle dirette a lui ,al nuovo segretario .Del quale ci sembra di sapere tutto, o comunque tanto ,del tipo : ha un capo corrente ,_e che capo corrente!-, e quindi sarà un segretario a sovranità limitata,in qualche senso. Ecco,questo pensiero,che pure circola, appartiene alla categoria dei pregiudizi, anche se i pregiudizi hanno spesso la radice in qualche reminiscenza ,in qualche episodio più o meno lontano ,spesso non adattabile al caso. Si dice :quando il suo tradizionale ,da qui in poi tutt’al più presunto, dante causa, non vuole ,lui non si candida. E viceversa ,come ora. Poi si dimentica di tutte le volte nelle quali,seguendo questa logica, si sono presi degli abbagli plateali. Inutile fare esempi di distanza tra il previsto e l’accaduto: ma a chi insistesse ,vale la pena di ricordare Bettino, messo lì,magari fregandosi le mani,da chi voleva una sorta di prendi ordini. Il Bettino dei primi anni, si tranquillizzi,il segretario. Farà un partito socialista ,o meglio,come si dice ora, socialdemocratico, luogo per socialisti o socialdemocratici. Da dimostrare che anche questo non sia un pregiudizio :e non tanto per la variegata compagine di sostenitori , in buona parte né l’uno né l’altro. Anzi,in qualche caso. Ma soprattutto perché sarebbe uno sprovveduto, e che non lo sia non è né un giudizio ,né un pregiudizio.
Ancora, e qui il dubbio è un po’ meno volatile :è un buon uomo di governo – e lo è, senza dubbio -,ma lo è in una dimensione un po’ “ specialistica” Economia ,lavoro : più fronte sociale che civile e istituzionale ,per usare una sintesi. Non lo si immagina a guidare un partito,tanto più con un compito così intricato e un avversario così attrezzato. Ecco,questa è una domanda che verrebbe voglia di porgli. Non senza rilevare che la sensibilità verso i problemi istituzionali e d’impianto dello Stato non si è poi dimostrata così diffusa , dalle parti del Partito democratico,nelle sue varie forme evoluzionali , in questo quindicennio in cui gli organismi istituzionali sono stati piuttosto maltrattati e contestati nelle rispettive funzioni. La domanda è questa ,o meglio, le domande sono più d’una. Quale è il rapporto tra agibilità delle strutture istituzionali, e realizzabilità delle ricette sociali,economiche,occupazionali?Per dire come stanno le cose, siamo arrivati ,per responsabilità non strabicamente unilaterali, ad avere una metà del paese che crede di vivere nel sistema parlamentare scritto nella nostra Costituzione , e un'altra metà che è sicura che quel nome scritto sulla scheda elettorale ci abbia proiettati in un sistema presidenziale.,per di più sgombrato degli orpelli che si usano per bilanciare. Pensa ,il segretario, che valga la pena di fare un po’ un inventario istituzionale ,per vedere lo stato della merce? O si perde tempo,quel tempo che giustamente ,purchè non esclusivamente, sta già spendendo,nel suo primo giorno , nelle realtà economiche in crisi? Incidentalmente,c’è sul tavolo l’invito di una cosiddetta “consulta per la giustizia” ,o giù di lì,ad un incontro sulla riforma della medesima ,la giustizia. Invito che assomiglia ad uno scherzo,incontro che più inutile non si può :ma guai a non andarci ,se non si vuole che i diffusori del verbo avversario non trasformino il rifiuto in qualcosa che giustifica le riforme fatte in casa.
Ecco,i diffusori :l’insensibilità alla salute istituzionale degli ultimi tre lustri fa il paio con quella verso lo squilibrio mediatico. Rifacciamo la stessa domanda di prima, cambiando solo uno dei termini: è possibile realizzare un programma economico, o un programma purchessia ,se la cronaca della vicenda politica la fa uno solo dei due contendenti?Non si vince con le televisioni,è uno degli slogan più rimbalzati :può darsi che sia così. Quel che è certo è che senza non si fa arrivare nulla a quelli che poi devono votare .Ormai quella della comunicazione ,soprattutto quella pubblicitaria,è una vera scienza :se c’è qualche scienziato,anche fosse autodidatta ,andrebbe promosso sul campo,e utilizzato a tempo pieno. Con tutte le domande che gli arriveranno,è un miracolo se queste gli capiteranno sotto gli occhi. Poco importa che risponda ,ad Europa o altrove :ma sarebbe un errore se non se le ponesse lui, il nuovo segretario,quelle domande .
*da Europa