di Articolo 21
Sparare su “ Mamma RAI” spesso porta bene. Imbastire una campagna stampa contro il canone RAI, per invitare a disdire una tassa di uso, che esiste nella stragrande maggioranza degli stati liberi (per altro quella italiana è tra le più basse d’Europa), può contribuire anche al proprio successo personale.
E così, da quando a fine settembre i due “giornali gemelli” della destra berlusconiana, Il Giornale e Libero, iniziarono la loro campagna di persuasione ad evadere il canone (stigmatizzata dall’Autorità sulle TLC, l’Agcom), il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, e l’ex-condirettore Gianluigi Paragone, ne hanno fatto di strada.
Il 27 settembre Libero, in critica con la trasmissione Annozero di Santoro, titolava a caratteri cubitali in prima pagina: “RAI, si può disdire il canone”, a fianco due editoriali, uno di Belpietro “In gioco la RAI non la libertà”, e l’altro di Paragone “I professionisti della caciara”.
Ora apprendiamo dal direttore di Raidue, Massimo Liofredi, durante l’audizione davanti alla Commissione di Vigilanza, che i due “paladini, crociati anti-canone”, avranno a disposizione altrettanti programmi informativi, forse per controbilanciare quel “tribuno della sinistra” di Santoro.
Ma sono loro oppure i rispettivi fratell-gemelli buoni?
Il dubbio fa parte del mestiere di giornalista, ma in questo caso sembra proprio che i due “paladini, crociati anti -canone” siano proprio gli stessi. Paragone è stato già premiato con la nomina a vicedirettore di RAIDUE e potrà andare in onda nel 2010 con un programma informativo in seconda serata, probabilmente sulla scia del successo(sic!) della sua passata esperienza da conduttore di “Malpensa Italia”.
Belpietro potrebbe addirittura esordire a gennaio con una “striscia” quotidiana, subito dopo il TG2 della sera (come un tempo faceva Biagi con il suo Fatto dopo il TG1!). E chissà se dovrà, suo malgrado, lasciare la sua rubrica mattutina su Canale 5?
Ma non dovrebbe essere un grande sacrificio: quando “Mamma RAI chiama…”, tutti si diventa un po’ figliol prodighi.
E chissà cosa ne pensano i sindacati interni dell’azienda! E' questa una nuova forma di pluralismo informativo come lo intende la destra, secondo la quale solo così si giustificherebbe il canone? E della crisi finanziaria dell’azienda, che secondo le previsioni del Direttore generale Masi si avvierebbe verso un deficit di 600 milioni di euro entro il 2012, se non ci saranno correttivi di bilancio?
Alla RAI continuano ad assumere da fuori nuovi personaggi per incarichi che potrebbero essere ricoperti da interni, senza badare a spese: strane teorie ragionieristiche per rimettere in sesto i bilanci!
E che cosa raccontare ai milioni di abbonati che pagano il canone, contribuendo così alla vita stessa del Servizio pubblico? Forse non pagare un tributo, evadere una tassa... fa cassa?
Il Segretario del sindacato giornalisti RAI, USIGRAI, Carlo Verna, commenta caustico: “Alla Rai una se ne fa e cento se ne pensano. Segnaliamo la bella idea di cui si parla in queste ore: Belpietro per bilanciare Santoro su Raidue. E chi bilancia Minzolini? Visto, poi che i vertici aziendali sono sempre alla ricerca di soluzioni creative ne proponiamo una. L'eventuale contratto del direttore di 'Libero' sia strettamente legato agli incrementi delle entrate da canone".
Ironico e profetico anche Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21: “Secondo indiscrezioni il direttore di 'Libero' cura un programma alla Rai. Secondo altre la prima puntata sarà dedicata al lancio di una campagna via SMS sul boicottaggio del canone. Finalmente, una scelta libera, libertaria, una vera e propria sfida contro il conflitto di interessi”.