di Pietro Nardiello
Per consentire che il principio che considera “la cultura il futuro” non rimanga solamente un velleitario slogan bisogna rimboccarsi le maniche in Paese, come quello della Bell’Italia minacciato da continui tagli dettati dalle finanziarie governative. La cultura dovrebbe rappresentare il futuro, l’uso del condizionale è obbligatorio ma a Catania, quelli della piccola casa editrice indipendente Villaggio Maori (www.villaggiomaori.com), non ci stanno e allora hanno deciso di organizzare un Festival, che hanno chiamato “DeScritto” e che si svolgerà, siamo all’edizione zero, a Catania presso la sede della facoltà universitaria di Lettere e Filosofia, dal 5 al 7 novembre prossimi.
Qualcuno potrebbe affermare se ci fosse bisogno di dare luogo ad un’altra kermesse da inserire in calendario già tanto fitto di appuntamenti. Bene, allora se consideriamo che la lotta alle mafie deve utilizzare tra le proprie armi soprattutto quella culturale, non appare per niente desueto il concetto di chi invoca più maestri e meno poliziotti. Non è sbagliato allora dare luogo ad un altro Festival che almeno nelle nobili intenzioni “vuole riprendersi questa meravigliosa Italia pungolandola dai nervi più scoperti” Si parlerà di editoria indipendente non a pagamento, della matrice mediterranea dell’Italia da sempre terra d’emigrazione e oramai diventata sponda d’immigrazione e di azione di contrasto alle mafie promuovendo l’uso sociale dei beni confiscati, una battaglia civile che l’Associazione “Libera” di Don Ciotti persegue da tanti anni.
Presentazioni di libri, interventi musicali, incontri e dibattiti per sancire un solo concetto: la cultura è il futuro.