di redazione
Il Pdl apre alla possibilita' di modificare il disegno di legge Alfano in materia di intercettazioni telefoniche, che nella seconda meta' di novembre dovrebbe riprendere il suo iter in commissione Giustizia al Senato per concluderlo entro dicembre. A confermare la disponibilita' a 'cambiamenti necessari' e' stato oggi il relatore del provvedimento, Roberto Centaro, intervenuto all'iniziativa della Federazione nazionale della stampa per la giornata europea 'Stand up for journalism' a favore della liberta' di stampa.
'Al momento - ha assicurato Centaro - appare tramontata l'ipotesi che il Senato approvi il ddl senza modifiche, che pensiamo di concordare con il colleghi della Camera all'interno della Consulta giustizia del Pdl'. Tra le 'criticita'' segnalate dal relatore, 'il problema delle sanzioni a carico del giornalista che pubblica notizie coperte da segreto, dal momento che il cronista e' solo l'ultimo terminale della violazione', e 'la possibilita' di pubblicare solo per riassunto o contenuto alcuni atti non piu' coperti dal segreto: riassunto e contenuto, infatti, possono essere piegati ad esprimere verita' parziali'. Inoltre, ha aggiunto Centaro, 'si puo' definire meglio il presupposto dei 'gravi indizi di colpevolezza'' come requisito necessario per procedere alle intercettazioni (si sarebbe parlato di 'sufficienti indizi') e si puo' discutere 'sulle procedure d'urgenza alle quali sottoporre il giornalista che violi il segreto', immaginando 'un'Autorita' di garanzia come soggetto terzo e imparziale, rispetto a stampa e magistrati, chiamata a decidere'. Tra le proposte di modifica del Pd, il senatore Felice Casson ha invece citato 'la definizione di una fase temporale precisa per il necessario segreto istruttorio, terminata la quale gli atti diventano pubblicabili', 'un livello di tutela ridotto per la riservatezza di politici e personaggi di alto livello' e 'la possibilita' di intervenire rapidamente a livello disciplinare a carico dei giornalisti che violino il segreto'.
L'importante, secondo il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Luca Palamara, 'e' trovare il giusto equilibrio tra la tutela delle indagini e quella della liberta' di stampa, e quindi tra gli atti coperti dal segreto e quelli non piu' segreti per i quali e' inutile porre rigidi paletti ai giornalisti. Ci sono sviluppi che vanno preservati e notizie che vanno date: e il caso Marrazzo conferma la necessita' di individuare un punto di equilibrio'.
Per 'modifiche radicali' al ddl ha sempre spinto la Federazione nazionale della stampa. 'Se venissero meno le funzioni di garanzia democratica dei giornalisti, la convivenza civile sarebbe mutilata', ha detto il segretario Franco Siddi.
Tra le richieste ribadite anche oggi dalla Fnsi, nell'intervento del presidente Roberto Natale, 'la pubblicabilita' integrale degli atti non piu' coperti dal segreto, la revisione delle sanzioni a carico di giornalisti ed editori, un Giuri' per la correttezza dell'informazione in grado di intervenire con rapidita', norme di garanzia per le liti temerarie'.
Fonte Ansa