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Articolo 21 - Editoriali
Rai: una storiaccia di assalti alle diligenze
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di Carlo Verna*

Una storiaccia di assalti alle diligenze, di riserve indiane e di segnali di fumo alla diossina. E' il caos Rai.Puo' purtroppo essere fondato cio'  che teme l'ex presidente dell'azienda di servizio pubblico radiotelevisivo  Claudio Petruccioli: " A Berlusconi puo' venire in mente - sostiene - un ragionamento piu' o meno cosi': 'questa Rai e' proprio una gran rottura di scatole, se potessi governare senza averla tra i piedi metà dei fastidi svanirebbero...ma che la Rai vada pure in malora, nessuno la difende se non quando la attacco io'. In sostanza un piano a, fatto di occupazione militare ed uno b che potrebbe anche trovare alleanze trasversali  e che porta alla privatizzazione.
Un progetto piu' devastante dell'altro. Ma soffermiamoci sul primo , quello piu' tradizionale. Mai lo spoil system e' stato cosi' spinto, tutte le diligenze sotto attacco. Perfino 'fuoco amico' nel senso che nelle ultime ore si pensa a sostituire, come ha denunciato il consigliere Rizzo Nervo, anche Del Noce (che prima di essere direttore di Raiuno fu parlamentare di Forza Italia) e Del Bufalo. Il primo a Rai Fiction, la seconda a Rai Parlamento. Non basta il colore dei capelli, bisogna vedere anche quello degli occhi.
Su Raitre si sta andando oltre la riserva indiana. Nel senso che non basta l'isolamento di un mondo vasto di interessi sociali , di modi di vedere e di raccontare in una sola rete, bisogna che dal recinto esca fuori anche il capo tribu'. Per metterne un altro, magari gradito alla  stessa tribu', ma deciso da chi ha già creato la riserva.
Un modo per destabilizzare, per intimidire preventivamente. Non conta cosa industrialmente ed editorialmente saprai fare , ma sarà sempre bene che tu lo faccia con sobrietà nei confronti di chi conta. E' andata cosi' anche per il Tg3. Ora nel mirino c'e' Paolo Ruffini. Gli si prova a metter contro Antonio Di Bella, stimato anche in ambienti sindacali.  Ma lo scoglio e' grosso , Ruffini e' un po' simbolo di buon governo. Fare un falo' di cio' che ha realizzato in questi anni, sprigionerebbe chiaramente fumo alla diossina.Perche' sarebbe da subito chiaro a tutti che i risultati in Rai non contano in alcun modo  e che non c'e' piu' neanche un po' della parvenza di azienda. Masi e' pronto a sfidare anche questa percezione  condivisa in modo molto esteso ? Vedremo. Intanto abbiamo dovuto osservare come non ci siano reti e testate scoperte, mentre ci risultano colleghi autorevoli senza incarico e stimiamo al momento per difetto un costo di quattro milioni di euro in un anno per le assunzioni dall'esterno.
A direttore generale e consiglio di amministrazione l' Usigrai ( il sindacato dei giornalisti del servizio pubblico ) ha dunque chiesto di dichiarare ufficialmente chiusa la stagione delle nomine. Sarà , invece, necessario darsi da fare per ricollocare le risorse umane senza incarico. Abbiamo in azione , ogni giorno, un immaginario contatore dei soldi buttati dalla finestra. In sostanza il servizio pubblico paga senza ottenere prestazioni. Si tratta di denaro che ,in epoca di crisi, finisce in un cestino. Non solo. Rai accumula cosi'  anche potenziali danni da risarcimento da dover rifondere per dequalificazione professionale.Ma Masi e la maggioranza consiliare non si rendono conto che tutto cio' e' scandaloso. Ci sara' una corte dei conti a Berlino !

*segretario nazionale Usigrai

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