di Alberto Baldazzi
Andiamo con ordine. A metà mattinata di giovedì 12 novembre le agenzie diffondono la notizia di una mega operazione della Guardia di Finanza di Milano su ordine del GIP Gambitta ( oltre cento finanzieri impiegati, 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere); un’operazione coordinata con altre polizie europee, che riguarda complessivamente 17 cittadini algerini, appartenenti ad un’organizzazione criminale dedita alla ricettazione, alla fabbricazione di documenti falsi, a borseggi, rapine e furti , il cui ricavato veniva trasferito con corrieri in Algeria.Il volume degli affari malavitosi stimato dagli inquirenti: un milione di euro in tre anni. Inoltre, alcuni algerini con base in altri paesi europei, avrebbero avuto contatti con connazionali il cui nome sarebbe inserito nelle liste antiterrorismo dell’ONU. Fin qui le notizie da Milano, sede dell’inchiesta. Poco dopo, a Roma, il Ministro degli Interni Roberto Maroni, a cavallo della riunione del Consiglio dei Ministri, dichiara ai giornalisti. “ E’ stata smantellata una cellula importante; questa operazione conferma l’azione di monitoraggio e costante intervento sul fronte del terrorismo”. La cellula terroristica, per il ministro Maroni “ organizzava trasferimenti di valuta e raccoglieva fondi per finanziare attività terroristiche”. Seguivano poi i complimenti alla Guardia di Finanza e ai magistrati inquirenti. Nel pomeriggio giungevano commenti, soprattutto dalla Lega.
Diecimila euro: questo il volume dei singoli trasferimenti di danaro,così come riferito dagli inquirenti. Una cifra esigua che ci ha spinto a risalire alla fonte, il Gico di Milano. Abbiamo parlato con un tenente colonnello della guardia di finanza che ci ha dichiarato: “Volevo precisare che tutti gli indagati e gli arrestati sono accusati di associazione a delinquere con l’aggravante del reato transnazionale. Ma parliamo di attività criminosa del tipo: truffa o ricettazione, nessuno degli arrestati e degli indagati è indagato per terrorismo”. Questa sarebbe la reale portata dell’operazione contro la banda di algerini. “ Le spiego i collegamenti: ci sono elementi di vicinanza tra alcuni indagati con soggetti che in altri paesi sono stati in contatto con persone legate ad ambienti terroristici. Ma nessuno è indagato per terrorismo. E’ impreciso parlare di una cellula terroristica sgominata a Milano, ci sono collegamenti, ma nessuna prova. Le indagini proseguono e coinvolgono altri paesi con i quali collaboriamo”. A questo punto non comprendiamo se la Guardia di Finanza di Milano ha sgominato una banda di “balordi”, o una cellula terroristica: e la differenza non è di poco conto. Sulla vicenda è intervenuto anche il portavoce di articolo 21, il deputato Giuseppe Giulietti: “ Mi auguro che anche la versione degli inquirenti sia oggetto di attenzione da parte dei Tg nazionali così come lo sono state le dichiarazioni del ministro degli interni Roberto Maroni, in modo da avere chiaro e completo il quadro della vicenda”.