di Giuseppe Giulietti*
L'autorità di garanzia delle comunicazioni, a maggioranza, ha deciso di affidare ad un comitato etico il controllo "sulla qualità delle trasmissioni e sulla loro rispondenza al contratto di servizio": chi deciderà sulla qualità? Quali saranno i criteri? Perché nel comitato sarà presente il governo?
Che meraviglia! Finalmente tornano le vecchie e care commissioni di censura.
Del resto perché meravigliarsi, sono tornate le ronde, si picchiano i gay, si insultano gli islamici in tv, le squadracce private hanno persino tentato di dare una lezione ai lavoratori dell’Eutelia, che stanno tentando di salvare la fabbrica e la dignità, chi si oppone viene chiamato comunista in un paese dove un comunista è sempre più difficile scovarlo. In questo clima perché non provarci? Perché non dare una bella legnata ai giudici e ai giornalisti?
Per i giudici è in arrivo quello che viene chiamato il processo breve, per risolvere problemi di uno, si calpesteranno i diritti di molti. Nelle stesse ore, seguendo uno schema simile, l’autorità di garanzia delle Comunicazioni, a maggioranza, ha deciso di affidare ad un comitato etico il controllo “sulla qualità delle trasmissioni e sulla loro rispondenza al contratto di servizio”.
Chi deciderà sulla qualità? Quali saranno i criteri? Perché nel comitato sarà presente il governo? A che titolo il governo allungherà le mani anche sui palinsesti, sulle scelte degli ospiti, sulle modalità espressive?
Si tratta di una norma capestro, che consegnerà a Berlusconi le chiavi di Viale Mazzini, grazie ad essa il titolare del conflitto di interessi e i suoi mazzieri portano decidere le sorti delle trasmissioni e colpire quelle sgradite al capo, a cominciare da Anno Zero per finire a Raitre. Come se non bastasse, si tratta di un provvedimento che contrasta con quelle sentenze della Corte costituzionale, che hanno sempre respinto ogni interferenza dei governi sulla autonomia della Rai. Non sappiamo quanti ne avranno coscienza, ma con il voto di oggi si sono poste le condizioni per mettere davvero sotto controllo l’intero polo Raiset ed in particolare le ultime isole e gli ultimi programmi non ancora interamente oscurati o narcotizzati.
La prossima settimana,infine, si procederà alla cacciata del direttore di Raitre Paolo Ruffini e del direttore di Rainews, Corradino Mineo. Se qualcuno, anche ai vertici delle istituzioni, ha ancora a cuore la carta costituzionale e l’articolo 21 della medesima, sarà bene che batta un colpo, prima che tutto si sia compiuto.
* Blitz quotidiano