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Articolo 21 - Editoriali
L'Authority da Amato a Guazzaloca: dove porta il conflitto di interessi
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di Montesquieu

da Europa
Va riconosciuto ai presidenti delle camere il merito di aver involontariamente suscitato, con le loro recenti nomine,un dibattito sulle autorità indipendenti ,trascinandovi anche la politica ai suoi massimi livelli. Un risultato inedito, che autorizza qualche speranza di attenzione per la lunga stagione di nomine che ricomporranno le autorità in scadenza. Dei due prescelti, è ??notoria? l??appartenenza o la vicinanza allo stesso schieramento politico,quindi la non indipendenza; la competenza è riconoscibile ad uno solo dei due, che viene peraltro fatto traslocare da un??autorità per la quale la sua competenza è più completa, e per la quale era stato designato - per memoria - dai capigruppo di Forza Italia nelle due camere. Trasloco senza soluzione di continuità: abbiamo il primo professionista delle autorità indipendenti.

Di un terzo requisito -mediocre invenzione della politica come surrogato dell??indipendenza - il pluralismo, detto anche lottizzazione, nemmeno l??ombra questa volta. Due posti c??erano, due posti sono andati a persone vicine allo schieramento del presidente del consiglio. Delle due modalità di composizione delle autorità - nomina da parte dei presidenti delle camere o elezione da parte delle stesse - le prime erano per tradizione più presentabili, meno platealmente di parte: perché i due presidenti ci mettono la faccia, i gruppi parlamentari non compaiono direttamente. Bene, i presidenti la faccia questa volta ce l??hanno messa fino in fondo, senza imbarazzo. Dieci anni fa, presidenti delle camere eletti dal centrodestra chiedevano a Giuliano Amato di presiedere una grande stagione dell??autorità per la concorrenza: ci riflettano un po?? i loro successori.

Da Amato a Guazzaloca, si potrebbe sintetizzare. Ci riflettano un po??. Non è in discussione, ovviamente, il diritto di quest??ultimo - come di chiunque - ad essere eletto sindaco senza obbligo di curriculum: qui si tratta di una nomina per la quale i requisiti sono previsti senza ambiguità, e lasciano poco spazio alla fantasia o all??amicizia. Un po?? logora, d??abitudine, la reazione del centrodestra, soprattutto - curiosamente - da parte di collaboratori del capo del governo, come osservato dallo stesso Amato: il centrosinistra non ha fatto di meglio. Sarebbe sciocco negare gli errori del centrosinistra al riguardo: valga per tutti un altro trasloco, direttamente dalla camera all??autorità per la tutela dei dati personali, di due deputati in carica. Presidenti delle camere inequivocabilmente di centrosinistra, allora, così come le maggioranze delle assemblee: ma i due erano, almeno, uno di una parte, uno dell??altra. Ed è meglio che niente: è il surrogato dell??indipendenza per via di lottizzazione, che in alcuni casi si fa apprezzare. C??è una moltitudine di italiani che sembra esclusa da questi incarichi indipendenti per il fatto di essere indipendenti! Vogliamo, fuori da ogni ipocrisia, dire che gli ??errori? dei due schieramenti si differenziano - in modo sostanziale e formale- in ragione del periodo in cui si sono verificati o si verificano? La differenza è - la solita - il gigantesco conflitto plurimo di interessi, ovvero la sovrapposizione di interessi, che stringe alla gola il paese da dieci anni a questa parte.

Che è ben noto anche ai presidenti delle camere; che non è negato da nessuno, se si è fatta una legge apposita per regolarlo. Così intransigente da imporre al capo del governo di lasciare addirittura la presidenza del Milan, creatura prediletta. A proposito, domanda al presidente del Milan club di Montecitorio: è vero che si sta pensando ad una leggina per reinsediare il capo del governo alla presidenza della squadra? Una situazione che è ben nota allo stesso presidente di Mediaset, che ha ipotizzato un??unica possibile soluzione al conflitto di interessi: l??abbandono o della politica o dell'impresa da parte dell'attuale capo del governo. Di più, la stessa timidissima legge in materia assegna vigilanza e sanzioni - e vigilando e sanzionabile è, in primissimo e quasi esclusivo luogo, il presidente del consiglio - alle autorità per la concorrenza e per le comunicazioni. Con la perla finale: il presidente di quest??ultima sarà nominato dallo stesso capo del governo. ? ad aggravare questo contesto che i presidenti delle camere hanno messo la propria faccia.

Che avevano già messo al momento di costruire un consiglio di amministrazione della Rai, fin dall??inizio poco pluralista, ora divenuto addirittura monocolore, su cui ora mostrano di non poter o saper intervenire. Il paese rischia di soffocare di ipocrisia istituzionale: per cui, un??operazione di puro clientelismo come la nomina di punto in bianco di un massiccio pacchetto di viceministri o sottosegretari, puntigliosamente improntata a principi di pura lottizzazione, viene descritta come un??operazione per una maggiore funzionalità del governo, su richiesta pressante dei vari ministri. Un pacchetto in cui spicca il relatore della legge cosiddetta salvapreviti, il quale candidamente - almeno lui senza ipocrisia - ammette di interpretare la promozione come un premio. O ancora, la nomina a commissario straordinario contro la corruzione, di un magistrato noto - referenza non smentita, a quanto risulta - per la sua amicizia con un deputato condannato in primo grado per corruzione di magistrato. Il rischio, se ci si sofferma su singoli episodi, è quello di trascurare il problema che sta a monte: vale a dire, di vedere il dito e non la luna. Nomine di garanzia, delicatissime, non possono esserlo se non è di garanzia, almeno sostanzialmente, chi nomina. Una serie nutrita di episodi fanno dubitare che ci si trovi in questa situazione.

C??è un domani fatto di molte altre nomine, e di molte altre possibilità per i presidenti delle camere di dimostrarsi all??altezza del loro ruolo. Che - non va dimenticato - è anche un ruolo di tutela delle minoranze. Al centrosinistra , se e quando governerà, va rivolta una domanda : se la sentono, il capo della coalizione e quelli dei partiti, di considerare l??esistenza di un??emergenza istituzionale non secondaria rispetto alle gravi emergenze economico-sociali? Le istituzioni sono la casa dentro la quale si svolgono le attività politiche e di governo: se esse vengono irrimediabilmente lesionate non c??è spazio per nessuna ripresa, in nessun campo. 

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