di redazione
Siamo costretti, ancora una volta, a rimarcare la difficile situazione nella quale versano moltissime testate locali e nazionali del nostro Paese: da una parte la difficile situazione economica, dall’altra il giro di vite messo in atto da editori e direttori di alcune testate nazionali.
A conferma della fondatezza dell’allarme che ha portato in piazza, il 3 ottobre scorso, centinaia di migliaia di italiani a difesa della libertà di informazione, ci sono due episodi gravissimi, purtroppo non gli unici, per i quali la nostra Associazione vuol manifestare solidarietà e l’ assoluta disponibilità a sostenere qualsiasi iniziativa a sostegno del diritto dei giornalisti a lavorare senza bavagli e liberi da atteggiamenti coercitivi e vessatori. Andiamo con ordine. I giornalisti dell’Agenzia radiofonico GRT hanno scioperato per 48 ore contro l’atteggiamento del Consiglio di Amministrazione della cooperativa, scaduto da alcuni mesi, e contro i direttori delle due testate della società che si sono resi responsabili di minacce, violenze verbali nei confronti dei giornalisti della redazione e di un caso di molestie sessuali nei confronti di una collega, demansionamento del coordinatore di redazione, fino al licenziamento di due professionisti. Una situazione gravissima che sta portando verso un punto di non ritorno la cooperativa.
Altrettanto grave il comportamento del direttore del Tg di La 7 Antonello Piroso protagonista di un brutto episodio di censura verso la collega Silvia Resta bloccando la messa in onda di un suo servizio sulle nuove accuse di mafia a Silvio Berlusconi e Marcello Dell´Utri motivandolo con “la mancanza di contradditorio”. Sulla vicenda è intervenuta sabato l’Assemblea di redazione del Riformista che , in un documento approvato a maggioranza, ha preso le distanze da quanto lo stesso Piroso ha scritto più volte sul Riformista per spiegare e giustificare la sua decisione nei confronti della collega Resta.
Non possiamo neppure dimenticare quanto è accaduto e sta accadendo in questi giorni nel Consiglio di amministrazione della Rai per l’avvicendamento alla direzione di Rai Tre, della spada di Damocle che pende sulla testa di Corradino Mineo sempre più lontano dalla Direzione di Rai News 24 , vicenda sulla quale vige un clima di rassegnazione bipartisan inaccettabile, del giro di vite nei confronti di alcuni precari (qualcuno preferisce chiamarli free lance) che Viale Mazzini sta progressivamente allontanando da testate e reti radiotelevisive perché non allineati politicamente con il nuovo corso dell’azienda. Come scriveva Fulvio Fammoni della CGIL poco prima della manifestazione del 3 ottobre, in Italia c’è bisogno di una informazione che racconti la verità dei fatti, attenta ai bisogni delle persone; che non distorca le opinioni e dia voce ai più deboli e indifesi; che rafforzi i valori delle non violenza, del rispetto degli altri, della legalità e solidarietà. Dobbiamo assolutamente evitare che, chi ha il dovere di informare, di raccontare con la massima libertà e nel rispetto della verità la storia del nostro paese, sia lasciato solo. Abbiamo tutti il dovere di denunciare situazioni come quella di GRT e La 7 e sostenere colleghi in difficoltà non dimenticando che per noi è fondamentale la difesa dell’Articolo 21 della Costituzione, tenere dritta la schiena e non piegare il capo davanti ai potenti.