di Giuseppe Giulietti
I promotori della manifestazione del 5 dicembre ci hanno inviato tutte a e tutti ad accogliere il loro appello a partecipare alla iniziativa senza spirito di parte o peggio di partito. Per articolo 21 non è stato difficile, sin dal primo momento, aderire a questa richiesta, anche perché abbiamo fatto del rispetto della autonomia, nostra e altrui, un tratto distintivo di questa associazione, sin dal primo giorno.
Per questo saremo in piazza solo con il nostro striscione e con un drappo viola, dato che questo sarà il colore guida della giornata.
Allo stesso modo abbiamo raccolto l’appello rivolto ai media in generale e alla rai in particolare affinché sia dato il giusto risalto ad una iniziativa che si propone di costruire una grande muraglia di affetto e di solidarietà attorno alla legalità repubblicana e ai valori racchiusi nella carta costituzionale.; non ci sembra davvero poca cosa in un paese dove molti, troppi, persino dentro le istituzioni, passano la loro giornata a sputare sul tricolore e a contrastare il principio medesimo di giustizia e legalità:
Se fossimo un paese appena,appena semi normale,dovremmo sollecitare l’immediato conferimento delle più alte onorificenze della repubblica a coloro che hanno pensato, promosso, organizzato questo appuntamento romano.
Non sappiamo quanti politici o rappresentanti dei partiti saranno presenti e francamente non ci sembra neppure appassionante la conta che pure diventerà un tratto dominante delle cronache da qui a sabato.
Lungo il corteo non pochi cronisti tenteranno di organizzare tante piccole tribune politiche, sollecitando il più possibile polemiche tra questo e quell’esponente della opposizione, tra questo e quella forza politica, magari persino tra questa e quella corrente di un singolo partito.
In questo modo la manifestazione, le sue ragioni, i volti e i suoni della piazza spariranno sullo sfondo, diventeranno un incomprensibile brusio.
Allora, almeno per una volta, chi di noi ha cariche politiche e istituzionali, a cominciare ovviamente da chi scrive questo editoriale, si metta in fondo al corteo, si confonda con i cittadini, e quando un microfono si dovesse comunque avvicinare, con molto garbo lo inviti a dedicare secondi e attenzione “a loro”, ai protagonisti che hanno tentato questa scommessa, ai costruttori di democrazia e legalità..
Per una volta si può serenamente praticare l’astinenza mediatica, non accadrà nulla, sarà un modo per mettersi a disposizione degli altri, cioè di tutti coloro che si sono messi al servizio dell’interesse generale contro ogni interesse particolare.
Dal momento che alcuni politici non saranno in grado di apprezzare sino in fondo la bellezza di una temporanea astinenza vogliamo sperare che, almeno i cronisti più sensibili, vogliano aiutarli a non cadere in tentazione, portando altrove camere e microfoni…