di Rosa Parchi*
Come è noto la riconoscenza non è di questo mondo. E in queste ore deve aver riflettuto sull'assunto, con pessimismo cosmico, anche l'editore del quotidiano “Buongiorno Campania”, Pasquale Piccirillo, alla lettura di un articolo pubblicato in data 10 dicembre 2009 dal “Secolo d'Italia”, a firma di Gabriele Farro, in materia di contributi pubblici ai giornali, sui quali si sta per abbattere la mannaia della legge finanziaria. Nell'articolo del “Secolo d'Italia”, si legge, tra l'altro: “L'idea che lo Stato debba supportare 'a vita' testate come (...) Buongiorno Campania (un milione) (...) è evidentemente impraticabile”.
Si tratta, ad opera del “Secolo d'Italia”, di una autentica e dolorosa coltellata nella schiena dell'editore Pasquale Piccirillo, che con “Buongiorno Campania” e soprattutto con l'edizione di Terra di Lavoro, “Buongiorno Caserta”, ha sempre paragonato gli esponenti politici del Pdl provenienti da Alleanza nazionale ai più illustri statisti della storia. E il “Secolo d'Italia” è appunto la testata dei seguaci di Gianfranco Fini, dopo essere stato organo ufficiale del Msi-Dn e di Alleanza nazionale. Quindi, non è servito a nulla paragonare per anni l'on. Mario Landolfi (che iniziò la sua carriera romana come redattore del “Secolo d'Italia”) a Cheope, Napoleone e De Gasperi? Nessuna riconoscenza per aver messo a tacere tutti i giornalisti che avrebbero voluto scrivere anche solo una riga di critica nei confronti del sindaco di Pignataro Maggiore, Giorgio Magliocca, protetto dall'on. Mario Landolfi? Povero editore Pasquale Piccirillo, vittima della umana e cameratesca ingratitudine.
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