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Articolo 21 - Editoriali
Precari, giusta la denuncia di D'Amati
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di Fulvio Fammoni

Ha ragione la denuncia dell’avvocato Domenico D’Amati. il Governo vuole approvare rapidamente al Senato il Disegno di Legge 1167-b (quello con l’inaccettabile emendamento sull’apprendistato a 15 anni) che contiene una vera e propria controriforma del diritto e del processo del lavoro.
Si prevede un meccanismo di certificazione che potrà riguardare singoli aspetti del rapporto di lavoro,  anche in deroga alle norme dei CCNL, e non più solo limitato alla sua qualificazione giuridica: una specie di contratto individuale.
Si prevede di poter demandare sempre attraverso la certificazione ad un arbitrato le controversie, quindi anche in deroga al rispetto di leggi e contratti collettivi.
Si vorrebbe togliere così la tutela dei lavoratori alla giustizia ordinaria e comunque si vuole depotenziare il ruolo del giudice del lavoro tentando di relegarlo al puro accertamento del presupposto di legittimità dei provvedimenti datoriali, non riconoscendogli il potere di applicare le leggi secondo i principi costituzionali di adeguatezza e non discriminazione.
Una sproporzione evidente fra i diritti del lavoratore e quelli del datore di lavoro, solo a favore del ruolo dell’impresa, una concezione in cui il lavoro diviene sempre più un puro fattore della produzione.
E per essere sicuri quando parte questo meccanismo? Nel momento dell’offerta di un posto di lavoro, cioè quando è più evidente la debolezza del lavoratore che rischia la mancata assunzione.
Si capovolgono così i fondamenti del diritto del lavoro nato per tutelare il più debole e si tenta, capito che la via diretta non è praticabile, di aggirare norme di tutela come quelle dell’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
E’ vero che la disposizione non toglie (e ci mancherebbe altro) al giudice la possibilità di far riferimento ai principi generali dell’ordinamento, ma l’effetto deregolatorio e di pressione di queste nuove norme risulterà enorme e decisivo.
Sono scelte inaccettabili denunciate da tante iniziative e prese di posizione di giuristi, costituzionalisti, avvocati e magistrati per ultimo il convegno nazionale della CGIl del 3 febbraio 2010 a cui ha partecipato anche il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati. Scelte ideologiche a cui reagiremo con le forme di iniziativa possibile: dall’informazione alle persone, all’attivazione di tutti gli uffici legali, dal ruolo della contrattazione alla mobilitazione, al ricorso alla Corte Costituzionale.
Questo governo, invece di pensare a tutele nella crisi per i lavoratori, usa la crisi per programmare un ulteriore aumento della precarietà e della instabilità del lavoro.

 

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