di Redazione
L'Agcom e' ad un bivio: o uniformarsi
alle norme del regolamento della Vigilanza Rai, che ''potrebbero
essere ritenute lesive'' della stessa legge sulla par condicio e
dunque passibili di ricorsi amministrativi; oppure regolamentare
in modo diverso la par condicio per le tv private, realizzando
pero' ''una distonia'' non di poco conto. In ogni caso
l'Autorita' al massimo fra ''una decina di giorni'' dovra'
varare le disposizioni per l'emittenza privata nella seconda
fase della campagna elettorale (che scatta il 28 febbraio).
A sottolinearlo e' il presidente dell'organismo di garanzia,
Corrado Calabro', in una nuova lettera indirizzata oggi al
presidente della bicamerale, Sergio Zavoli, dopo il confronto di
ieri nell'ufficio di presidenza di San Macuto al quale hanno
partecipato anche i vertici della Rai.
Nella lettera, il presidente dell'Agcom - che auspica
''successo'' per l'opera di mediazione di Zavoli - ribadisce che
la legge 28/2000 (sulla par condicio) distingue informazione e
comunicazione politica, distinzione peraltro ribadita anche
dall'interpretazione della Corte Costituzionale ma messa in
discussione dalle norme varate dalla Vigilanza. Dunque,
sottolinea Calabro', nel momento in cui l'Autorita' sara'
chiamata a varare il suo regolamento, si trovera' di fronte ''a
questa alternativa: o adottare (come, per prassi, si e' fatto
finora) disposizioni conformi a quelle approvate da codesta
commissione, che potrebbero essere ritenute lesive delle norme
della legge n.28 del 2000 (ribadite dall'interpretazione della
Corte Costituzionale), esponendoci cosi' a ricorsi presso il
giudice amministrativo che desterebbero non poca preoccupazione;
ovvero disciplinare i programmi di informazione delle emittenti
private in maniera difforme dalle regole approvate da codesta
commissione per la concessionaria pubblica, preducendo cosi' una
distonia non di poco momento del complessivo sistema
dell'informazione radiotelevisiva in campagna elettorale''.
''Per evitare l'assurdo di una
campagna elettorale con la Rai imbavagliata e Mediaset senza
divieti l'Agcom potrebbe vedersi costretta a estendere anche
alle Tv commerciali il regolamento approvato in Vigilanza''.
Lo dichiara Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazioni del
Partito Democratico.
''Capisco dunque - prosegue l'esponente PD - l'invito
rivolto nella sua lettera a Zavoli dal presidente Calabro' a
modificare al piu' presto il regolamento per la Rai''.
''La richiesta di Agcom e' una nuova occasione per far
prevalere la ragionevolezza: trasferire ai programmi
informativi le regole della comunicazione politica contrasta
con la legge sulla par condicio e con l'interpretazione che
di quella legge ha fatto la sentenza 155/2002 della Corte
Costituzionale. Il buon senso - conclude Gentiloni - vorrebbe
che questo regolamento illegale fosse modificato dalla stessa
Vigilanza prima di essere bocciato da un qualche
tribunale''.