di Giovanna Rossiello*
La domanda di senso che ha portato la globalizzazione non può non trovare risposte e orientamenti in un Servizio Pubblico degno di questo nome. C'è bisogno di una informazione corretta e approfondita per valutare il presente in tutte le sue frammentazioni .
Di un Servizio Pubblico rinnovato c'è un tale bisogno che va sostenuta la proposta di " costituzionalizzarlo", di inserire cioè nella Carta fondamentale della Repubblica le condizioni della sua autonomia.
La missione sociale del Servizio Pubblico è scritta nel Contratto di Servizio della Rai e riguarda tutta la programmazione nelle 24 ore , a cominciare dai notiziari. Ma spesso , troppo spesso, i temi dei diritti, della partecipazione, il disagio, la libertà di cultura, valori come la solidarietà anziché attraversare palinsesti e notiziari sono circoscritti in spazi "dedicati" in orari impossibili. Una cosa sono le gare di solidarietà per raccogliere fondi, come nel caso del maremoto, o di telethon, un 'altra cosa è l'informazione per costruire una cultura della solidarietà , per dare cittadinanza ai nuovi e vecchi diritti che stanno cambiando il mondo.
Per quanto riguarda il Consiglio d'Amministrazione della Rai si può cominciare a pensare che, forse, un esponente dell'associazionismo, tipo quelle associazioni che hanno un milione di scritti , potrebbe far parte del Consiglio d'Amministrazione della Rai. Così forse si potrebbe garantire al Servizio Pubblico uno sguardo più pluralista sui problemi del mondo.
E' essenziale e urgente che i cittadini ,la società civile impegnata si mobiliti.
Con il contributo delle persone impegnate nell'associazionismo , nelle ong , nel volontariato, c'è bisogno di fare chiarezza sui contenuti di un 'informazione degna di questo nome, mentre si chiede alla politica di fare un passo indietro dal governo della Rai.
Ripartiamo dal rispetto delle regole.
E' dai contenuti , dall'attenzione ai problemi reali e alle tante azioni positive che sono realizzate dal mondo dell'associazionismo in ogni situazione conflittuale che si deve ripartire per riqualificare il ruolo del Servizio Pubblico e dare nuovo slancio alle associazioni che acquistano maggiore valore e forza dalla capacità con cui sanno aggregare tanti cittadini intorno alle battaglie civili.
Perché se il Contratto di Servizio della Rai vincola la programmazione ad una missione sociale la percezione che oggi si ha guardando la maggior parte dei programmi Rai non va in questa direzione ? Questa tv è lo specchio di un paese che investe sui reality e non sull'informazione . Questa Rai è condizionata dai partiti e dalla pubblicità che fa premio sul canone. Come a dire che il servizio pubblico diventa sempre più privato, commerciale che diffusore di valori. Come a dire che i cittadini sono trattati come consumatori più che come utenti. Ma questo rapporto va ribaltato.
I cittadini vanno trattati da utenti e non da consumatori.
Nel Contratto di Servizio della Rai si afferma la missione sociale del Servizio Pubblico , ma bisogna vedere il peso che il sociale ha , come strategia informativa nei confronti degli altri settori dell'informazione.
Il Contratto di Servizio della Rai scade nel 2005 e oggi più che mai c'è bisogno di iniziative da parte di tutti coloro che sostengono la necessità di un'informazione pluralista.
Se queste linee guida fossero fatte proprie da ogni redazione della RAI pensate al potenziale che si potrebbe mettere in campo . Oggi invece i giornalisti più attenti al sociale possono lavorare solo negli interstizi dell'informazione con caparbietà e coraggio ma nella totale "invisibilità " generale. D'altro canto le associazioni, le ong non devono più accontentarsi delle briciole dell' informazione , di tribune dell'accesso che oggi come oggi non avrebbero più ragione d'essere se ci fosse una informazione veramente pluralista.
C'è bisogno di una informazione socialmente responsabile per garantire la crescita democratica , civile e culturale del paese, ma per questo c'è bisogno di grandi alleanze tra tutte le forze in campo interessate ad un'altra informazione possibile in un 'altra idea di Italia. A cominciare dai cittadini, da tutti i cittadini impegnati nel cosiddetto mondo del Terzo Settore.
*Vicecaporedattore del Tg1, con il collega Piero Damosso, ha curato la rubrica "Tg1storie" sui nuovi diritti, l'integrazione, la partecipazione, la pace, il disagio. La rubrica "Tg1storie " è stata soppressa.