di Pino Finocchiaro
Quando Barbara Schiavulli ha riconosciuto la voce di Giuliana Sgrena al telefono non ha capito che cosa stesse dicendo perché Giuliana stava parlando in arabo. C??erano dei colpi d??arma in sottofondo ma l??inviata del Manifesto non si è lasciata intimidire, ha proseguito a parlare. Perché Giuliana crede nel dialogo e nella capacità delle donne di cambiare la società islamica, renderla più umana, riscoprendo il valore del coraggio interiore. L??eroismo di affrontare il quotidiano in pace piuttosto che rincorrere tragici destini di guerra.
Questa è Giuliana Sgrena per chi la conosce.
??Abbiamo parlato martedì scorso ?? racconta Elisabetta Castellani ?? mi aveva detto di voler sentire altre donne. Anche le rifugiate in fuga da Falluja. Perché in questo momento per lei è importante comprendere sino in fondo il ruolo delle donne nel voto in Iraq?.
Che impressioni ti ha trasmesso?
??Secondo lei le donne sono state determinanti. Le chiama madri coraggio. Senza di loro moltissimi iracheni sarebbero rimasti a casa. Invece queste donne curde, sciite ed anche sunnite hanno indicato la via del coraggio ai loro uomini. Il voto per loro è stata un??occasione di riscatto ma anche un modo chiaro per dire no al terrorismo. In fondo, mi ha spiegato, non sono andate a votare perché credessero in questa politica, in quei politici che andavano a votare ma perché la peggiore democrazia è sempre da preferire alla tirannia o al terrorismo. Le donne irachene vogliono chiudere con un passato di tirannia. Vogliono guardare al futuro, costruirlo passo dopo passo senza dover temere il terrorismo. Chiuse le urne, Giuliana vuol capire adesso in quale percentuale è stato determinante il voto delle donne. Quante hanno votato. Quante tra quelle sono sciite, sunnite, curde o cristiane. Se per alcune andare a votare è stato più difficile che per altre?.
Giuliana conosce bene i problemi delle donne nell??Islam.
??E?? il suo impegno da sempre ?? aggiunge Elisabetta Castellani ?? è stata in Iran, Afghanistan, Algeria. E?? stata minacciata dai fondamentalisti algerini. Ha portato alla luce i problemi delle donne irachene sia nel ??91 che durante l??ultima occupazione. E?? stata a Kabul coi Talebani e tra le prime ad arrivare alla loro cacciata. In Algeria è stata tra le poche donne a ricostruire il peso del fondamentalismo sull??universo femminile. L??hanno minacciata tante volte. Ma lei è così, generosa, curiosa, attenta, vuol raccogliere notizie di prima mano. Vuol essere sempre lì dove le cose accadono. In fondo fa solo il suo mestiere: la giornalista?
Stefano Moser, regista, operatore, autore televisivo ha conosciuto Giuliana a Kabul mentre girava ??Klown in Kabul? insieme a Stefano Rolla, il produttore televisivo rimasto ucciso nell??attentato contro i carabinieri a Nassiriya.
??Qualcuno mi spieghi perché ?? dice Stefano ?? questi presunti terroristi continuano ad attaccare, rapire e talvolta uccidere (come nel caso di Enzo Baldoni) proprio i giornalisti e gli operatori delle ong che hanno fatto una chiara scelta di pace e contro la guerra. Come mai i terroristi si accaniscono contro i giornalisti francesi che appartengono ad un paese che si è schierato contro la ??guerra preventiva?? in Iraq e per di più colpiscono gli inviati di Liberation e del Manifesto la cui scelta politica contro la guerra è sempre stata chiara, senza se e senza ma. A chi giova questo accanimento terroristico contro i portavoce di un mondo di pace??.
Andrea Colombo, giornalista del Manifesto. ??Giuliana è una collega molto equilibrata quando narra dell??Islam. Schierata per la pace, contro la guerra ma senza preconcetti. Tratta le parti in campo tutte con lo stesso rispetto ed ha una grande opinione delle donne musulmane. Sai quanto ha avuto a cuore l??Algeria e la lotta contro l??integralismo. Gli integralisti non si limitarono a minacciarla. Uccisero alcune sue amiche algerine. E questo l??ha segnata profondamente?.
Ecco perché Giuliana Sgrena, 57 anni, cronista delle donne musulmane crede nel voto, nella necessità di esportare la democrazia nelle società islamiche, ecco perché continua a scavare e a narrare quel che legge nel cuore delle donne.
A mezzogiorno, mezz??ora prima di essere rapita, aveva preannunciato il pezzo ai colleghi del Manifesto: l??incontro con le donne di Falluya. Con lei doveva esserci anche Barbara Schiavulli che invece è rimasta in centro a Baghdad. Ed è così che Giuliana ha avuto la prontezza di far scattare il cellulare mentre la rapivano. Ed è così che Barbara ha sentito la collega parlare tra i proiettili che fischiavano. Ha riconosciuto quella voce che parla in arabo, che in arabo spiega le sue ragioni. Perché c??è sempre una ragione da opporre a chi crede solo nella violenza e nel terrore.