di Gaetano Alessi
“Disonorare i mascalzoni è cosa giusta, perché, a ben vedere, è onorare gli onesti”. Pensiero semplice. Condivisibile da tutti. Allora perché in Italia non è così? Nel nostro paese va in onda l’elogio al mascalzone, a colui che infrange le regole, al furbo che tende l’arco fino a fargli scoccare la freccia che aggrada a lui. Siamo il paese degli “utilizzatore finali”, dei decreti “interpretativi” e degli arbitri che prendono ordini dai dirigenti delle squadre (fuori e dentro metafora).
Le intercettazioni di Trani dimostrano che Masi, Berlusconi e Calabrò hanno fatto un uso criminoso del servizio pubblico pagato con i soldi degli italiani (ricorda qualcosa..) ma nessuno ha intenzione di dimettersi.Nel paese del “mascalzone” le pressioni per imbavagliare la stampa, per togliere dai palinsesti trasmissioni non gradite sono considerati “normale attività della Presidenza del consiglio”.
Quindi il Premier con una mano ordina ai suoi dipendenti parlamentari di tenere “occupato” Montecitorio con le leggi Ad Personam, con l’altra impegna le cosiddette autorità di “garanzia” a tenere “occupato” tutto l’etere bloccando le trasmissioni “sgradite”. E gli operai, i professori, gli immigrati, gli studenti, i ricercatori, le piccole e medie imprese, i piccoli giornali locali, strangolati dalla crisi che non sono direttamente controllabili vadano a morire ammazzati, tanto hanno il brutto vizio d’essere gente “onesta”.
Ma l’onestà, anche quando sembra perennemente dormiente come in Italia, ha un “brutto vizio”: genera anticorpi.Piccoli, spesso sparpagliati nel territorio, ma solidi. “Raiperunanotte” ha mostrato questi anticorpi. Aldilà del carisma di Santoro, la piazza di virtuale che ha collegato tutta l’Italia è la risposta “peggiore” che la banda di “mascalzoni” al potere potesse avere. Un paese in cui i fiori continuano a crescere nonostante da anni si faccia di tutto per rendere arido il terreno della convivenza civile.
Siamo un paese strano. Dove i dittatori passano dalla folle di Piazza Venezia a quelle di Piazzale Loreto in pochissimo tempo. Il berlusconismo ha tirato troppo la corda e rischia di realizzare il suo unico vero miracolo: far risvegliare la coscienza civile nella maggioranza degli italiani. Il risultato delle elezioni regionali sembra non confutare quanto scritto sopra. Ma analizzato a freddo spiccano una serie di dati interessanti. Partiamo dai vincitori: la Lega e Fini, che controllano con Zaia – Cota e la Polverini i bacini di voti più importanti del paese. La “Lega” forza incontrollabile con cuore xenofobo e organizzazione alla Pci e Fini il maggior “anticorpo” al Berlusconismo da destra.
Il fronte progressista resiste e vince dove le sue scelte non sono state “moderate” e soprattutto ha la sua vittoria più netta in Puglia. Nichi Vendola, anticorpo potentissimo sia al berlusconismo che al “riformismo” di Veltroniana memoria, dimostra, in una terra storicamente di destra, che si può uscire dalla crisi da “sinistra” senza dover inseguire “modernismi” come il Nucleare, la privatizzazione dell’acqua o la “Tav” che è costata il Piemonte alla Bresso.
Monicelli in collegamento a “Raiperunanotte” chiudeva il suo intervento invitando alla “rivoluzione”. Le varie sensibilità in studio dibattevano se parlasse di “rivoluzione culturale” o “rivoluzione vera e propria”. Ma la vittoria di Vendola ha già qualcosa di “Rivoluzionario”: la sinistra che torna a fare la sinistra. Sperando che questo avvenga anche con i giornalisti (che tornino a fare i giornalisti).
L’onestà è l’unico vero anticorpo al berlusconismo. Onestà verso se stessi, verso la gente che ti vota o che ti legge. Pazienza se vieni considerato uno scemo se paghi le tasse o rispetti le regole di convivenza civile. Ogni rivoluzione ha un costo. “Opposizione molle e giornalisti asserviti sono il viatico per la dittatura”. E’ una lezione che viene da lontano, speriamo, prima dell’incancrenirsi della malattia, che questa lezione sia stata recepita e si trasformi in anticorpi.
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