di Rsf Italia
La sezione italiana di Reporters sans frontières esprime forte preoccupazione per la decisione del direttore Augusto Minzolini di rimuovere dalla conduzione tre volti storici del Tg1: Piero Damosso dall’edizione delle 7, Paolo di Giannantonio da quella delle 13 e Tiziana Ferrario dalle 20.
L’aria che si respira al giornale della prima rete della Rai, da qualche tempo a questa parte, è quella dell’epurazione. La sensazione, infatti, è che il direttore stia colpendo quelli che non hanno firmato il documento a suo favore e che stia, invece, promuovendo chi lo ha firmato. Una decisione che Augusto Minzolini ha motivato con la necessità di rinnovamento. Eppure i giornalisti che prenderanno il posto dei rimossi non sono volti nuovi. Alle 20, ad esempio, andrà Francesco Giorgino, considerato vicino al direttore e già in conduzione alle 13, lo stesso che avrebbe organizzato la raccolta di firme alla lettera in difesa del direttore (siglata da 90 dei 160 giornalisti del Tg1).
“E’ il secondo provvedimento di rimozione di colleghi che non hanno firmato la lettera a favore del direttore – ha dichiarato Alessandra Mancuso del Cdr del Tg1 -. Precedentemente, infatti, era stato rimosso anche il caporedattore centrale”. “Allo stesso tempo – continua Alessandra Mancuso - il direttore non ha fatto alcuna proposta credibile alternativa ai colleghi rimossi. E questo è un precedente molto grave perché ci vuole sempre una proposta concordata e accettata con chi lascia un incarico di prestigio, garantendo un ruolo equivalente nel giornale. Tutto questo non è avvenuto e contemporaneamente il direttore continua a comunicarci promozioni, premi e assegnazioni di conduzioni esclusivamente a chi ha firmato quella lettera. Quindi il sospetto è più che legittimo”.
I giornalisti del Tg1 hanno segnalato a Reporters sans frontières un clima interno molto teso, conseguente all’annullamento del confronto redazionale nella composizione quotidiana del giornale che viene ormai realizzato con direttive precise dall’alto che non lasciano spazio ad alcuna autonomia intellettuale ai giornalisti. In questo modo si annulla la dialettica interna, che c’è sempre stata, e si arriva a un’omologazione dell’informazione trasmessa. Un giornale, invece, è necessariamente il frutto di un lavoro collettivo che trova nelle diverse sensibilità la sua massima espressione, ma al Tg1 questo sta progressivamente scomparendo insieme all’approccio critico nei confronti della realtà. La sezione italiana di Rsf ritiene che la nuova metodologia di lavoro al Tg1 si rifletta negativamente sia sulla libertà di espressione dei singoli giornalisti sia sulla qualità finale del prodotto giornalistico, ai suoi minimi storici.
Recentemente la testata è stata anche multata per la violazione della legge sulla par condicio in campagna elettorale, legge che per contro la Rai ha invece applicato in maniera più rigida di quanto previsto per chiudere alcune trasmissioni di approfondimento politico. Decisione a suo tempo criticata da Reporter sans frontières.