di Montesquieu
E’ difficile contestare qualcosa dell’analisi di Stefano Menichini ,che fila diritta verso il paradosso che ha il difetto di essere realtà: la televisione di destra ,pilotata direttamente dal leader con la sua indiscussa maestria ,animata da replicanti perfino esagerati nella totale dipendenza, è stata più che un supporto alla causa divenuta politica,è stata un tutt’uno con la stessa. La gioiosa macchina da guerra, era semmai quella, se non fosse che lì le parole sono semplici e,sempre dentro la causa. si manovrano perfettamente .
A sinistra ,succede quel che dice Menichini , lo strapotere di tre o quattro magistrali occupatori della scena -ma è soprattutto uno-, è finita per franare addosso sempre agli stessi, quei poveretti che fanno politica da quella parte. Diluvia sul bagnato. Se può passare questa sommarissima immagine , la stessa non può però contenere una briciola di comprensione,giustificazione, compassione, per l’immutabile gruppo dirigente delle diverse coalizioni di centrosinistra. I fiacchi capi del centrosinistra ,con le parole di Menichini. Immutabile ,nel senso che sia sempre più o meno lo stesso, non è una critica ,per chi crede al valore dell’esperienza,ovunque,e ancor più in politica. Immutabile ,invece,nel senso di una perseveranza stupefacente nei propri errori,o comunque comportamenti,come è stato,è più di una critica, è una condanna senza attenuanti.
E’ così dal primo momento, da quando si è aperta la prima crepa tra dirigenti politici e elettori, anche se non avvertita immediatamente. Alcuni tratti dell’ingresso in campo di quello che sembrava veramente uno straniero -salvo rivelarsi , anche nei tradizionali difetti della politica, il maestro di tutti-,sono parsi inquietanti,per alcuni versi angosciosi più agli elettori,inermi,che ai capi del centrosinistra. Che erano,per lunghi anni ,tutt’altro che inermi,potendo scegliere tra liquidare la questione con la semplice e doverosa applicazione di norme esistenti da decenni e assai lungimiranti, e che prevedevano la sostanziale ineleggibilità dei titolari di certe concessioni. Norma ovviamente non antiberlusconiana ,almeno per il succedersi dei fatti nel tempo :vera e propria norma antitrust, tale da recidere alla radice,senza personalismi ,quel conflitto tra cosa pubblica e interessi di parte. Cosa pubblica,cioè dei cittadini tutti, quindi facile da far capire agli stessi,ai quali invece qualcuno è riuscito a far capire il contrario,a quanto pare.
Così per anni,anni di maggioranza piana e indisturbata ,sei di seguito. Anni usati per tante cose giuste, l’ingresso nell’euro per dirne una, la spesa pubblica sotto controllo : ma mai provati ad usare per ricondurre dentro gli spazi sicuri della normalità democratica e istituzionale la nostra vita pubblica,e per impedire il formarsi di quella che è diventata con il tempo esasperazione.
Per soli titoli,aggiungiamo i fenomeni di distorsione legislativa, i colpi di maglio alle altre istituzioni, l’illegalità applaudita, tutto compensato dall’eterna timidezza del centrosinistra, che a volte è apparsa una specie di connivenza.
Se dalla comunicazione “amica” è venuta ,e continua a venire, più supplenza ,anche aspra,che supporto, forse qualche spiegazione,se non giustificazione, si trova guardando un po’ all’indietro.
Lo stesso ragionamento vale non solo per i papi stranieri,che esistono già, ma anche per quelli che già si trovano dentro il perimetro della politica ,e che smuovono ad ogni elezione ,facendolo smottare, il sempre più esiguo ,e sempre meno convinto, bottino delle formazioni tradizionali. Anche qui,serve a poco mostrare il volto poco rustico se non rozzo dei possibili nuovi conquistatori, che non avrebbero sedotto nessuno se l’opposizione ,quella normale,avesse cercato di condividere e convogliare l’angoscia ormai quasi maggiorenne dei suoi spazientiti elettori.