di Enzo Costa*
C'è stato, nel match di wrestling sul ring dell'Amore fra l'Invincibile Fardman e Fu Delfino, un momento epifanico, capace di svelare che non c'era partita prima che la partita iniziasse. Ossia che per lui, che avrebbe osato portare qualche colpo a Lui, tutto era già perduto, compreso l'onore. Un istante più illuminante di altri, venuti a scontro in corso, come il tenero sguardo di Bondi incenerente Fu Delfino, o il pisolino di Dini, spettatore consumato che - in barba all'apparente incertezza del match - si assopiva avendone annusato l'esito. È stato quando Fardman, prima di menare duro, sussurrava soave che avrebbe cambiato la Costituzione solo previa intesa con l'opposizione: applausi scroscianti della stessa platea che fino al giorno prima ne acclamava l'idea di stracciare la Carta d'imperio. A quel punto l'Invincibile era già sotto l'Arco(re) di Trionfo (imbrattato da Bocchino).
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*da l'Unità