di Gaetano Alessi
Nel silenzio quasi generale, in questi giorni , è in calendario alla Commissione Affari Sociali della Camera la discussione d’alcuni progetti di legge di modifica della legge 180, meglio conosciuta come legge Basaglia. Uno in particolare, (Ciccioli c.2065), se approvato andrebbe a mutare in modo drastico il panorama della psichiatria italiana.
In peggio, a sentire Cristina Lasagni che dirige la redazione di Psicoradio di Bologna. L'allarme è stato lanciato nel corso di un’affollata conferenza stampa che si è svolta nel capoluogo emiliano.
Poche le testate che hanno avuto la sensibilità d’essere presenti, molti invece i rappresentanti delle associazioni e i familiari che si occupano di persone affette da disturbi psichici.
“Credo ci sia la volontà, tramite l’introduzione dei TSOP (Trattamento Sanitario Obbligatorio Prolungato), di creare nuovi piccoli manicomi – denuncia la Lasagni - Ha tecnicamente senso parlare di “cura” della malattia psichica contro la volontà del paziente, che viene rinchiuso a questo scopo? "
E’ su questa domanda che si gioca la differenza tra chi crede che la malattia psichica sia curabile anche solo con i farmaci, e chi invece ha dimostrato che oltre ai farmaci è indispensabile una relazione tra paziente e medico basata sulla fiducia e sulla parola. La chiusura dei manicomi partiva dal principio che non è possibile curare senza libertà.
Questo progetto rischia di portare alla ricostruzione di tanti “manicomi diffusi”.
E’ un lungo e sentito monologo, quello della dottoressa bolognese, che smonta,con dovizia di spiegazioni e competenza, i punti cruciali della proposta "Ciccioli".
Il Trattamento sanitario obbligatorio non è uno strumento terapeutico – continua la dottoressa - serve per il momento acuto, in cui la persona non si rende conto del suo stato e può essere di danno a sé stesso o ad altri.
Appena calmata la situazione d’emergenza, inizia il lavoro degli operatori per ottenere il consenso alla cura. Inoltre, in caso di necessità, anche con la legge attuale, è possibile prolungare il TSO (trattamento sanitario obbligatorio) oltre i sette giorni. Qual' è dunque il senso di alzare a 30 giorni il periodo stabilito, se non quello di rendere più facile ed automatico la contenzione del paziente?”
Su questo punto di domanda parte l’accusa della direttrice di Psicoradio.
“Qual è la necessità di privatizzare i luoghi in cui si effettuano i trattamenti sanitari obbligatori? Il TSO è un intervento molto delicato, spesso doloroso e traumatico, che deve durare il meno possibile, per essere sostituito da una cura concordata con il paziente. Ma questo principio contrasta con il fatto che, inevitabilmente, il privato trae profitto dal prolungarsi delle degenze, e questo, come minimo, va a minare la fiducia del paziente rispetto alla situazione in cui si viene a trovare”.
Interesse privato e nuova forma di “razzismo” contro i più deboli, questo emerge diffusamente nel corso della conferenza stampa, ascoltando le testimonianze dei pazienti e dei rappresentanti delle associazioni coinvolte.
Alla domanda se l’attuale 180 non abbia delle pecche, la Lasagni risponde così: “Sappiamo che l’incompleta applicazione della legge 180 lascia sole molte persone, molte famiglie e potrebbe dare alle persone un senso d’insicurezza. Non crediamo assolutamente, però, che la soluzione sia la riforma di una legge che, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Unione Europea, indicano come modello da seguire. Siamo consapevoli – ha concluso Cristina Lasagni - che rispetto al disturbo psichico non esistono facili scorciatoie, neanche quelle che sembrano più “rassicuranti”, ma che vada data una risposta non solo medica , ma soprattutto culturale”.
La redazione di Psicoradio ha lanciato un appello rivolto a tutte le associazioni che si occupano del settore per dare un segnale contro lo smantellamento della “Legge Basaglia”.
Geniale il titolo della conferenza stampa: “Ma Basaglia piace solo in TV?”.
A questo domanda l’ultima risposta spetterà al parlamento italiano.