di Gianni Rossi
Nel giro di una settimana la battaglia campale, che tutti i settori democratici stanno portando avanti senza tregua, per bloccare la “Legge bavaglio” contro le intercettazioni e la libertà di informazione, ha ottenuto alcuni primi risultati impensabili finora. Il “muro di gomma” del governo comincia ad incrinarsi. Prima, il diplomatico diktat posto dal sottosegretario alla Giustizia degli Stati Uniti Lanny Breuer, delegato a seguire la grande criminalità organizzata; quindi, la manifestazione di quasi tutti i direttori dei giornali, organizzata dalla FNSI, che ha messo insieme testate filogovernative, di opposizione e di opinione, terminata con un documento congiunto fortemente critico del progetto censorio Alfano-Berlusconi.
Ora, da Cadice, in Spagna, arriva il duro monito della Federazione Internazionale dei giornalisti riuniti nel Congresso mondiale, proprio mentre la maggioranza di governo correva ai ripari, proponendo una serie di emendamenti al testo, che da lunedì 31 maggio verrà discusso e votato in aula al Senato. Cresce in Europa e nel mondo libero la preoccupazione che se passasse questa legge bavaglio, si creerebbe un vulnus nel sistema democratico italiano con il rischio di estendere il “virus” censorio anche nei paesi europei tradizionalmente meno propensi alla difesa strenua delle libertà di stampa.
Ecco qui di seguito il testo approvato all’unanimità dal congresso mondiale, che tra l’altro ha eletto il segretario nazionale della FNSI, Franco Siddi, nel Comitato Esecutivo della Federazione internazionale (Siddi è stato inoltre il rappresentante europeo più votato):
“Il congresso della Federazione Internazionale dei Giornalisti riunito a Cadiz dal 26 al 28 maggio 2010,considerato che il Governo italiano ha sollecitato il Parlamento a votare al più presto un disegno di legge che regolamenta le intercettazioni telefoniche (ecoutes, in francese), ordinate dalla magistratura per scoprire reati e perseguire i colpevoli, stabilendo l’interdizione del diritto di cronaca sulle indagini giudiziarie e limitando in questo modo il diritto-dovere dei giornalisti di svolgere la loro professione e il diritto dell’opinione pubblica ad essere informata;
considerato altresì che il governo non intende fermarsi nonostante la grande protesta dei giornalisti e della società italiana che hanno tenuto una grande dimostrazione di piazza il 3 ottobre scorso e stanno promuovendo ancora in questi giorni, altre azioni pubbliche per scongiurare l’approvazione di una legge illiberale;
considerato inoltre che pur in altri Paesi, anche in Europa, sono in atto iniziative di Governi e Parlamento che perseguono l’obiettivo di restringere gli spazi alla libertà di informazione, di limitare l’accesso alle fonti, di vietare che siano filmati eventi pubblici;
appoggiando le battaglie della FNSI e di un vasto movimento di intellettuali, di organizzazioni del lavoro, associazioni dei magistrati per una giustizia in nome e nell’interesse del popolo;
denuncia il pericolo che la democrazia in Italia come negli altri Paesi in cui ci sono iniziative simili possa essere lesa da iniziative mirate a intralciare le condizioni legali e regolamentari che permettono ai giornalisti di lavorare liberamente;
impegna, la Ifj a sostenere questa battaglia di libertà e di indipendenza del giornalismo per il diritto dei cittadini ad una libera e corretta informazione, basata sull’accesso e la tutela delle fonti, e non sui segreti volti a coprire la casta dei potenti, e a proseguire nello stesso tempo le campagne per un giornalismo etico a garanzia degli interessi e dei diritti primari di ogni cittadino” .
Per Vincenzo Vita, senatore del Pd, e Beppe Giulietti, portavoce di Articolo 21:''La presa di posizione della Federazione internazionale dei giornalisti sulleintercettazioni telefoniche dà il colpo di grazia al pessimo provvedimento del ministro Alfano. Come si vede, il giudizio aspro e negativo non viene solo dall'interno dell'Italia, bensì anche da fuori. Se passasse il testo, pur con ilmaquillage immaginato in queste ore, sarebbe una rottura col consesso mondiale dell'informazione''.