di Barbara Bastianelli
Torna puntuale anche quest’anno il Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi. Molte le novità, dai dibattiti all’ora dell’aperitivo alle incursioni prima di mezzanotte di Zoro. Ma la vera e più importante novità per Francesco Cavalli - tra i fondadori del Premio e oggi direttore organizzativo - è l’appello per verità e giustizia per Ilaria e Miran.
Sono oltre 3.000 le firme raccolte in poco più di un mese, ma la meta è ancora lontana, molte di più quelle che si vogliono raccogliere.
“Un appello lanciato per chiedere alla magistratura e alla politica verità, ma soprattutto giustizia. – spiega Cavalli – perché dopo sedici anni, lunghi e dolorosi, si sa tutto di quello che accadde in quella domenica, il 20 marzo 1994, quando a Mogadiscio furono assassinati i due giornalisti Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. Ma non si vuole la verità giudiziaria. L’appello che abbiamo lanciato vuole scuotere le coscienze di tutti e pone delle domande al Presidente della Repubblica, alla politica e ai magistrati.
“Nel corso di questi 16 anni si sono raccolti documenti, testimonianze, informative: materiale accumulato dalle inchieste giornalistiche, dalla magistratura, dalle commissioni d’inchiesta. Materiale che custodisce le prove che per dovere la magistratura e le istituzioni dovrebbero cercare”.
Inoltre è novità recente che si potrebbe riaprire il processo nei confronti di Hashi Omar Hassan (in carcere da dieci anni) per la morte di Ilaria e Miran. Ali Rage Hamed detto Jelle, testimone d’accusa chiave è infatti indagato per calunnia e a novembre ci sarà la prima udienza di questo nuovo procedimento.
“L’appello – continua Cavalli - mette in evidenza anche le commistioni tra questo caso e la crimininalità organizzata: perché da anni le inchieste giornalistiche parlano di traffici illeciti. E solamente organizzazioni come mafia, camorra e ’ndrangheta possono gestire traffici di quella portata. Ad avvallare il tutto inoltre non dimentichiamo, le indagini di procure, specialmente calabresi, ma anche le recenti dichiarazioni di pentiti e collaboratori di giustizia che hanno confermato questi traffici partendo dalle navi dei veleni”.
"A Riccione, - conclude Cavalli - l'appuntamento con il Premio Ilaria Alpi è anche l'occasione per fare il punto sul caso, raccogliere firme e ricordare all'opinione pubblica, ai giornalisti e agli ospiti politici e magistrati che l'associazione Ilaria Alpi di Riccione non ha ancora scritto la parola "fine" e vuole verità e giustizia per Ilaria e Miran".