di Montesquieu
Succede sulla scena , quando un attore butta il copione e si diverte a improvvisare ,costringendo tutti gli altri a inseguirlo nell’improvvisazione. Succede ovunque vi siano ruoli stabiliti ,tracciati : anche nel mondo delle istituzioni ,dove il copione è la costituzione ,e i margini di elasticità ,di interpretazione libera sono per forza di cosa ridotti ,limitati .Da noi di quei limiti non c’è più traccia , al punto che capita che anche il regista perda il filo ,e per ritrovarlo debba fare ricorso a tutta la propria esperienza.
Pensiamo alla quantità - e qualità - di “ piccole questioni “ , come le ha chiamate chi il copione lo ha buttato subito ,al suo primo apparire alla guida dell’esecutivo. L’elenco di battute fuori copione è infinito , irricostruibile , ininterrotto.
Piccole questioni istituzionali…
L’ultima piccola questione riguarda il ministro senza portafoglio , senza deleghe ,e soprattutto senza impedimento . Tant’è che ,da oggi , senza portafoglio o senza legittimo impedimento entrano nel gergo dei sinonimi , termini equivalenti , per forzosamente condivisa decisione presidenziale.
Anche il capo dello Stato , solitamente accorto, ha perduto una battuta ,quella del giuramento di un ministro inspiegabile . E si è ripreso in tempo reale , al primo apparire delle intenzioni del ministro, con una inusuale ma risolutiva interpretazione legislativa . Per il momento , per oggi, forse per questa mattina ,perchè la recita a soggetto continua.
Con il pubblico accusatore del processo - in cui il ministro si credeva impedito - attore di una identificazione tra sé , il proprio ruolo e l’intera funzione giurisdizionale . Il ministro , da lui chiamato confidenzialmente per nome ,l’aveva preso in giro. Piccola ,piccolissima questione , ma le alluvioni sono fatte di gocce che si mettono assieme.
Ha imperversato il ministro , con i suoi avvocati, prima , durante e dopo l’udienza .Con un’unica bussola ,non abbandonare la postazione , inopinata ma ricca di potenzialità ,perché quel che sembra impossibile oggi può diventare possibile domani. Magari irrobustendo la propria difesa con altri avvocati , magari anche abilitati all’uso di proposta legislativa e di emendamento.
In un ruolo di contorno , ma da par suo , il ministro per le riforme , unico e incontestato titolare del tema del federalismo. Un governo che da quindici anni seziona il proprio programma , un pezzo a questo e un altro a quello . Lui si è preso il federalismo e l’ immigrazione ,e non accetta di dividerli con nessuno. Indifferente a tutto il resto , che siano intercettazioni , altre riforme , manovre lacrime e sangue . Tutt’al più pronto a dare una mano, quando serve .
Uno schema , questo dei patti chiari e del mutuo ausilio ,che ha consentito di arricchire il nostro ordinamento di strumenti altrove impossibili solo a pensarsi , come le ordinanze di protezione civile ,le leggi alla bisogna .
Questa piccola questione ne ha messo in ombra un’altra , non meno intrigante .Il commissario dell’autorità per le comunicazioni dimissionario per difetto di indipendenza svelato : dimissioni alleggerite dall’omaggio dei colleghi commissari alla sua sensibilità istituzionale.
Alla piccola questione del commissario dimissionario , sarebbe bene dare un po’ di prospettiva. Tra qualche giorno , si metterà in moto un meccanismo collaudato .Partirà con la richiesta del partito titolare , per larga convenzione parlamentare , dell’incarico notoriamente indipendente a scegliere il successore , con lo stesso tasso di indipendenza .Gli altri partiti ,o gruppi parlamentari, troveranno il tutto ovvio e pacifico. E il cerchio si richiuderà ,su quell’autorità indipendente .
Almeno ,fino ad oggi ,queste faccende si sono sbrigate così ,e alla luce del sole .Domani ,qualcuno potrebbe avvertire l’aspetto alla lunga autolesionistico di queste prassi, di questa occupazione di tutto quanto è politico e non , e pretendere almeno un nome decente , alla luce dei requisiti della legislazione in materia. Per votarlo. E proseguire così, proponendo a propria volta ,e pretendendo quando tocca agli altri, nomi decenti , non tanto di più. Se poi volessero aggiustare le cose in maniera non occasionale , ci sono tanti modi possibili , tante proposte fatte e da farsi.
Qualcuno chi ? Per esempio , i partiti , tutti ,che diventino un po’ virtuosi ,e smettano di considerare privato ciò che è di tutti; i presidenti delle due camere , che guardino un po’ i nomi con un occhio ,e la legge con l’altro. Il capo dello Stato ,garante supremo , che lo potrà essere ancora , come in questo caso del ministro privo di impedimento.