di Fernando Cancedda
â??La politica estera che manca alla Sinistraâ? ce lâ??ha spiegata oggi Mario Pirani sulla â??Repubblicaâ? ed è, in parole povere, un uso sapiente ma disinvolto del bastone e della carota nei confronti dei paesi che sono e saranno periodicamente inseriti nel libro nero degli Stati canaglia (Iran, Corea del Nord,ecc.)
â??Chi a sinistra evoca la questione dellâ??Iran come lâ??ennesima prova delle pulsioni guerrafondaie americane â?? scrive Pirani â?? si arrocca nellâ??irresponsabilità ideologica per sfuggire ad un interrogativo ineludibile: cosa comporterebbe lâ??atomica nelle mani degli ayatollah fondamentalisti di Teheran? Quali ricatti mortali si profilerebbero sul Medio Oriente, su Israele, sullâ??Europa stessa? Fin dove si estenderebbe la dittatura coranica? Quali costi saremmo chiamati a sostenere anche solo per garantire la regolarità dei flussi petroliferi nel Golfo Persico? Basta aver presente questo scenario possibile per comprendere lâ??entità della posta in giocoâ?.
Il quadro è preoccupante, bisogna ammetterlo, e di fronte alle incombenti minacce, come a quelle già in atto della guerriglia irakena, il torto della â??Sinistraâ? è quello di non condividere lâ??idea di spedizioni armate â??in missione di paceâ? a fianco della grande potenza alleata (vedi il recente voto sul rifinanziamento che Pirani non riesce a spiegarsi se non per â??contingenti ragioni di politica internaâ?).
Certo, bisogna sempre far prima qualche concessione diplomatica perché la crisi non esploda (questâ??appunto sarebbe la carota), non andarci subito giù pesanti come fanno gli americani, ma â?? è altrettanto certo che la carota offerta ha qualche chance di non essere respinta se, fin da subito, sarà chiaro ed esplicito che europei ed americani, in caso di un rifiuto finale, investiranno il Consiglio di Sicurezza onde procedere alle misure militari necessarie per annientare gli erigendi impianti atomici iranianiâ?.
Ora, a costo di passare per pacifista, vorrei suggerire a Pirani di provare a riformulare le stesse domande che ha posto alla Sinistra, ma con riferimento alla politica occidentale e mettendosi dal punto di vista delle popolazioni beneficiarie (senza entusiasmo, pare) di una missione di pace. Che cosa comporta lâ??atomica nelle mani dellâ??Occidente? E così via, avendo lâ??accortezza di usare sempre lâ??indicativo al posto del condizionale.
La politica estera che manca a Pirani e a quanti ne condividono gli orientamenti è una visione realmente multipolare della politica estera, che è poi la capacità di porsi dal punto di vista del potenziale avversario, riconoscendo lâ??eguaglianza di tutti gli Stati di fronte alle regole del diritto internazionale. Se così non fosse, alle domande da lui ragionevolmente poste dovrebbe altrettanto ragionevolmente aggiungere le seguenti: perché soltanto gli Stati Uniti e i loro alleati possono considerare una minaccia gli arsenali nucleari dei paesi non amici? Perché gli Stati Uniti e i loro alleati hanno diritto al monopolio delle armi batteriologiche e chimiche? Perché tutti i paesi che violano i diritti umani, che applicano la pena di morte, che rifiutano i tribunali internazionali o i trattati per ridurre lâ??inquinamento del nostro pianeta sono da condannare ad eccezione degli Stati Uniti?