di Ferdinando Pellegrini
Una giornata di ricordo per non dimenticare, per non dimenticare chi, per il mestiere di giornalista, ha perso la vita. Ormai sono molti i colleghi di cui si parla al passato, e ieri è stata ricordata Maria Grazia Cutuli nel corso della cerimonia dell'assegnazione del premio a lei dedicato dall'associazione Luigi Einaudi di San Severo di Puglia. Quarta edizione del premio che ha visto salire sul podio e ricevere la targa cinque inviati, certo conosciuti a chi questo mestiere vuole continuare a farlo con passione e libertà , malgrado tutto.
Lorenzo Cremonesi, del Corriere della sera, Vittorio dell'Uva, del mattino,Tiziana Ferrario del TG1, Enzo Nucci del TG3, Giovanni Porzio di Panorama e Pietro Reschillà de La7. A S.Severo c'erano anche i genitori di Maria Grazia, composti e solidali come sempre. E ci hanno commosso le parole della signora Cutuli quando ci ha chiamati "membri della sua grande famiglia perchè è con noi che Mariagrazia viveva". Nessuno si è sentito di ricordare Maria Grazia con parole che sarebbero diventate di circostanza, ma in ognuno di noi la sua presenza era quanto mai viva, come quella di tutti coloro che sono morti, italiani o no che siano.
Legare, imbavagliare l'informazione non è stato possibile in passato e non sarà possibile in futuro. Ad Enzo Nucci, che è voluto rimanere a Baghdad fino alla liberazione delle due Simona, è stato chiesto, malgrado le decisioni degli editori di ritirare tutta la stampa dall' Iraq, di tornare proprio a Baghdad perchè presto sia ancora lui a darci con la stessa felicità di allora l'annuncio della liberazione di Giuliana Sgrena. La signora Cutuli ha ragione: noi tutti che vogliamo ancora continuare ad informare la gente a casa, siamo una grande famiglia, ed è anche questo che ci aiuta a tenere la schiena dritta.