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Il cittadino Chioini si esprime, il giornalista Chioini allora non può condurre il tg
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di Articolo 21

Il cittadino Chioini si esprime, il giornalista Chioini allora non può condurre il tg

Andrea Chioini è un professionista vero. Di quelli che vanno a vedere quel che accade nella nostra Regione. Sensibile a tematiche sociali e ambientali, Andrea - come tutti - è soprattutto un cittadino. Un cittadino elettore, che ha una propria opinione e proprie e legittime sensibilità culturali. Ha sottoscritto un appello pubblico a sostegno della candidatura di Oliviero Dottorini, consigliere regionale uscente e candidato tra le fila dell'Idv in Umbria. E la Rai, la Tgr, lo ha rimosso dalla conduzione del Tg umbro fino alla fine della campagna elettorale.

Troppo pesante parlare di censura, questo lo diciamo in premessa. Ma permetteteci almeno di definire quest'atto un eccesso di zelo. Il tema è proprio quello di un'azienda che è attenta a fasi alterne. Con questa decisione si preclude il maggior diritto che ogni cittadino, al di là della professione che esercità, ha: quello della libertà di espressione. Il suo appello Andrea, badate bene, non lo ha fatto infatti durante la conduzione del Tg. Questo sarebbe stato inammissibile poichè un giornalista deve esercitare la professione nella piena imparzialità politica.

Lo ha fatto da cittadino, come può fare chiunque (ma a quanto pare non lui), appoggiando la candidatura di un consigliere uscente che a suo avviso ha svolto bene quel ruolo e merita di essere ricandidato. La sua azienda, la Rai, estendendo a dismisura una norma interna che vale per i giornalisti candidati che per tutto il periodo elettorale non devono apparire in video, gli hanno tolto la conduzione. E pensare che questo è il Paese dove il direttore del principale Tg nazionale si permette di non chiedere scusa ai telespettatori per aver detto che Mills è stato assolto e non che il reato fosse prescritto. O dove altri Tg, del competitor privato, si commuovono quando il candidato del cuore perde o piazzano bandierine euforici quando vince, dando vita ad un'informazione di parte.

La Rai ci ha ormai abituati ad usare pesi e misure diverse. Ad Andrea Chioini va tutta la solidarietà di Articolo 21 e l'invito, alla Rai, di tornare sui suoi passi. Anche da questo punto di vista non solo a Roma ma anche nei territori è cominciata una folle caccia alle streghe. Come nel medioevo, l'epoca buia della nostra storia,non c'è nessuno che obbliga chi decide a fare queste scelte. Vengono fatte per paura. Perchè nessuno si prende la responsabilità di agire per una vera autonomia del servizio pubblico. Così capita che Chioini venga allontanato dal video come capita che si chiudono le trasmissioni di approfondimento "per evitare problemi".

Ripeto: non è forse censura, è eccesso di zelo, mancanza di giudizio, forme di autocensura che a volte sono anche legate alla nostra professione. E' questo, permettetemi, è forse ancora peggio.


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