di Roberta Gisotti
Centinaia di giornalisti, fotografi e operatori di radio e tv, raccolti ogni giorno sotto la finestra di Giovanni Paolo II - ricoverato ancora una volta al Policlinico Gemelli di Roma - per annotare bollettini medici, carpire indiscrezioni, intervistare visitatori eccellenti o semplici fedeli. Le notizie sono poche e scarne, le immagini si ripetono, e i cronisti - come si dice nel gergo - si arrampicano sugli specchi per costruire servizi originali, trovare elementi nuovi, parole diverse, inquadrature inedite. Intanto nelle redazioni si elaborano commenti e note su un Papa che ha attraversato la storia di due secoli. E?? il ??circo mediatico??, autoreferente quando dimentica di dare un senso ultimo alla comunicazione, al di là della caducità di un??informazione che fagocita ed affastella eventi.
In verità la vita di Karol Wojtyla, oggi malato e sofferente nel fisico e che si avvicina alla meta celeste, trasfigura nella forza trainante del suo messaggio universale di amore, giustizia e pace, che permane prima e dopo di lui. Forte e vigoroso il suo spirito si è innalzato, ancora pochi giorni fa, per richiamare la responsabilità degli operatori dei mass media, che oggi appaiono seguire con tanta trepidazione il suo stato di salute, al di là dei credi religiosi, delle ideologie, delle nazionalità. ??Non abbiate paura?, chiede loro il Papa nella ??Lettera? inviata ai responsabili dei potenti mezzi di comunicazioni sociale (21/2/2005), ripetendo quell??invito già rivolto all??umanità all??inizio del suo pontificato. Non abbiate paura dice loro di riportare ??in modo accurato e veritiero gli eventi, analizzando compiutamente le situazioni e i problemi, dando voce alle diverse opinioni?, rispettando ??i criteri supremi della verità e della giustizia?. Una Lettera sulla dimensione etica e morale dell??informazione che, a partire dall??eredità del Concilio Vaticano II, ripercorre le tappe di un intero pontificato vivificato da un costante e solido rapporto con i mass media.
Ricorda il Papa che i media ??hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento di guida e di ispirazione per i comportanti individuali, familiari e sociali.? Tanto più ??non abbiate paura - sollecita Giovanni Paolo II rivolto specialmente ai credenti - delle nuove tecnologie!?, ??cose meravigliose?, ??a disposizione per scoprire, usare far conoscere la verità, anche la verità sulla nostra dignità?. ??Non abbiate paura - li incoraggia - dell??opposizione del mondo?. ??Non abbiate paura nemmeno della vostra debolezza e della vostra inadeguatezza!?. Del resto lo ??sviluppo dei media a servizio del bene comune è una responsabilità di tutti e di ciascuno?, annota Karol Wojtyla, sottolineando la necessità, ??per i forti legami che i media hanno con l??economia, la politica e la cultura?, di ??un sistema di gestione che sia in grado di salvaguardare la centralità e la dignità della persona, il primato della famiglia, cellula fondamentale della società, ed il corretto rapporto tra i diversi soggetti.? Una ??missione certamente non facile? - osserva Giovanni Paolo II - in questa epoca, ??in cui va diffondendosi la convinzione che il tempo delle certezze sia irrimediabilmente passato? e che l??uomo debba ??imparare a vivere in un orizzonte di totale assenza di senso, all??insegna del provvisorio e del fuggevole.?
Al contrario il Papa suggerisce ??una vasta opera formativa per far si che i media siano conosciuti e usati in modo consapevole e appropriato?, e soprattutto critico da parte dei giovani, convinto che i media siano ??un bene destinato all??intera umanità?, per cui s??impone ??un??ampia partecipazione alla loro gestione, anche attraverso opportuni provvedimenti legislativi?, tenuto conto anche delle grandi potenzialità che i media hanno nel favorire il dialogo?, ??veicoli di reciproca conoscenza, di solidarietà e di pace?, ??una risorsa positiva potente, se messi a servizio della comprensione tra i popoli; un??arma distruttiva, se usati per alimentare ingiustizie e conflitti?
Giovanni Paolo II raccomanda quindi ad ognuno di raccogliere ??la grande sfida in questo nostro tempo? ??di coltivare un attento discernimento e una costante vigilanza, maturando una sana capacità critica di fronte alla forza persuasiva dei mezzi di comunicazione.? Compito certamente arduo ??se si considera quanto amplificate possono risultare le difficoltà intrinseche della comunicazione a causa delle ideologie, del desiderio di guadagno e di potere, delle rivalità e dei conflitti tra individui e gruppi, come pure a motivo delle umane fragilità e dei mali sociali.?
Per questo insiste il Papa ??occorre ribadire in modo forte e chiaro che gli strumenti della comunicazione sociale costituiscono un patrimonio da tutelare e promuovere?, ??proprio perché influiscono sulla coscienza dei singoli, ne formano la mentalità e ne determinano la visione delle cose?, ed perciò ??necessario che anche le comunicazioni sociali entrino in un quadro di diritti e di doveri organicamente strutturati, dal punto di vista sia della formazione e della responsabilità etica che del riferimento alle leggi ed alle competenze istituzionali?.