di Giuliano Santelli
Illustrissimo Presidente del Consiglio,
da tre giorni Lei ci commuove. Anche stamani, ai funerali di Stato per Nicola Calipari. E lo diciamo sinceramente. La Sua faccia tirata, gli occhi listati a lutto, i gesti misurati. E le Sue parole sulla restituzione alla vita di Giuliana Sgrena e lâ??offerta alla morte di Nicola Calipari in un estremo gesto di altruismo, ci hanno fatto sentire veri italiani, come ci si può sentire italiani nella Sua Italia di oggi. Offesi. Come tutti quelli che in queste ore si pongono mille domande e non ricevono una sola risposta. Argomentiamo. Delle due lâ??una. O Lei, Illustre Presidente, fa seguire da atti e fatti concreti la richiesta di veritĂ â??inoltrata con fermezzaâ? allâ??amico George W. Bush oppure quello che abbiamo visto e ascoltato dirLe, è da considerarsi la solita farsa dettata da â??simili, tragiche circostanzeâ?, dove si mescolano nello stesso gran calderone la solite ragion di Stato e le note esigenze di politica estera. Ci permettiamo di sottoporLe alcuni spunti di riflessione. Che unâ??auto con quattro persone a bordo in unâ??area di conflitto sia riempita di piombo, può accadere. Che dentro vi siano una giornalista sequestrata da un mese e tre appartenenti alla nostra intelligence e che nessuno fra i solerti ufficiali americani lo sappia, nessuno li riconosca, nessuno intimi lâ??alt e preferisca piuttosto sparare immediatamente alzo zero, questo è inaccettabile. Per tutti. Italiani e americani. E lasciamo stare gli iracheni, tanto ormai Saddam Hussein è al sicuro in una localitĂ iper- blindata, sotto la Vostra tutela e i cittadini di Bagdad hanno la loro democrazia. A Vostra immagine e a Vostra somiglianza. Egregio Presidente del Consiglio, siamo sicuri che dopo il Suo colloquio con lâ??ambasciatore a stelle e strisce in Italia, dopo â??lâ??accorata e schietta telefonata con il presidente degli Stati Unitiâ?, ci direte entrambi allâ??unisono che â??è stata giĂ avviata unâ??inchiesta congiunta per appurare la reale dinamica dei fattiâ?. Sono anche molto riconoscente alla Sua persona per aver da subito garantito alla famiglia Calipari sostegno morale ed economico dopo il lutto. Ma come può facilmente arguire, in questi casi, oltre la pensione di Stato e la medaglia al valor civile, sarebbe opportuno offrire a chi resta prigioniero del dolore per tutta la vita, una sola cosa: la veritĂ . Senza orpelli e senza reticenze. Solo questo, la veritĂ agli italiani. PoichĂŠ essere arrivati ad un passo dalla libertĂ (e della felicitĂ ) e tornare a casa a bordo del Suo Air Force One con una bara piena, unâ??altra semi-piena e una donna pronta per la sala operatoria e lâ??anima lacera in mille pezzettini, beh, non è sicuramente un quadretto buono per la retorica patria dellâ??Italia che dimostra di aver fegato e palle in Iraq. Egregio Presidente, nonostante tutto, Lei continua a confonderci. Nel senso che ancora oggi, con i lutti a catena fra gli italiani (Do you remember Nassirya and carabinieri?) Lei, ostinatamente, continua ad avere fiducia nei confronti degli americani. Meglio. A lodare e incensare le truppe del Bene schierate nel Paese del Male, ignorando però i morti, a migliaia, immolati sullâ??altare della lotta allâ??Impero del terrorismo. Che da quando la guerra è finita - almeno cosĂŹ ci avete sempre detto â?? assistiamo allâ??effetto contrario, altro che pace: funerali, lutti e rientri a casa in orizzontale lievitano a ritmi di miracolo dellâ??Orrore. Eâ?? il costo della Democrazia, ci avete ripetuto tante, troppe volte. Per viverci dentro, a volte, bisogna pagare anche un prezzo cosĂŹ elevato. Ma il conto che Ci presentate bilateralmente, Italia e Stati Uniti, a margine del caso Sgrena, in tanti, possiamo assicurarLe, non vogliamo pagarlo. Anche questa, se Ci riflette, è Democrazia. Ma a non a Vostra immagine e somiglianza.