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Articolo 21 - Editoriali
La voce di Anna non è stata messa a tacere
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di Andrea Riscassi

Mi immagino il direttore della Novaja Gazeta, Dimitri Muratov, scuotere la sua barba e dire a bassa voce: “Il ritmo delle indagini è troppo lento”.
Perché qua e là sui giornali moscoviti compaiono novità sull’inchiesta giudiziaria che riguardano’assassinio di Anna Politkovskaja, di cui questo 7 ottobre ricade il quarto anniversario. Nessuno, allo stato, è stato giudicato colpevole per quel crimine.
Gli investigatori avrebbero comunque individuato il laboratorio dove è stata fabbricata l’arma con cui è stata uccisa la giornalista russa. Su questo reinterrogheranno Sergei Khadzhikurbanov, l’ex agente del Ministero dell’Interno russo che era stato indagato (ed assolto) per aver dato una mano al gruppo di fuoco che avrebbe colpito Anna, nell’androne del suo palazzo. L’uomo, in un altro processo, era stato condannato a 8 anni di carcere, per il reato di estorsione.
Per l’omicidio della Politkovskaja, nel febbraio del 2009, venne invece assolto insieme ai fratelli (ceceni) Makhmudov. Il terzo fratello, Rustam, quello che avrebbe materialmente sparato i cinque colpi di pistola è sempre latitante. E il direttore del giornale per il quale Anna lavorava, Muratov, continua pubblicamente a chiedere chi gli abbia fornito il passaporto, come mai gli sia stato permesso di lasciare il Paese e perché l’Interpol sia stata allertata in ritardo. Domande che, nella Russia di Putin, rimangono - e potrebbero rimanere a lungo - senza risposte.
Negli anniversari, tutti sembrano interessarsi a questi casi e magari il presidente Medvedev annuncerà una svolta nelle indagini. Lo ha fatto anche a luglio, per l’assassinio della Estemirova: del famoso killer individuato, rimangono solo tanti bei titoli di giornali, di tutto il mondo.
Dopo che un anno fa la Corte Suprema ha impugnato il verdetto di assoluzione per l’omicidio della Politkovskaja, si è ancora in attesa di risposte e di tempi certi su questa indagine, partita azzoppata: se infatti quello che ha agito era un gruppo di killer, chi li ha pagati? Chi il mandante? E soprattutto cui prodest?
La voce di Anna comunque non è stata messa a tacere. Il suo sacrificio viene ricordato in queste ore con manifestazioni a Mosca, Bruxelles, Roma, Milano e Brescia.
Perché, anche se il tempo passa, quaggiù, Anna cara, nessuno ti ha dimenticato.
Nemmeno - ne sono certo - quelli che il 7 ottobre festeggiano il loro compleanno, circondati da amici e lacchè.

 

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