di Franco Siddi
E' quanto di più falso possa esserci far passare come megalomani propagandisti, viziati e ingrati, i giornalisti inviati in Iraq. Le affermazioni che continuano a fare certi esponenti politici e, dolorosamente, settori di una stampa che privilegia campagne di schieramento, sono inaccettabili e disgustose, perchè non vere ne' rispettose dei sacrifici e dei tributi di vita pagati da donne e uomini testimoni e impegnati a assicurare il diritto alla conoscenza e alla libertà dei cittadini.
Serve uno scatto di responsabilità e di dignità . Il Paese - la moltitudine dei cittadini per la pace, il governo, le forze parlamentari - ha dato bella prova di coesione e serietà e insieme si e' riunito sul sacrifico di un servitore dello Stato con grande unità civile. E' devastante l'opera dei demolitori interessati alla propaganda prima che all'informazione.
Giuliana Sgrena, e con lei Aubenas e Baldoni - ma anche tutti gli inviati che hanno dovuto lasciare il campo a causa dell'estrema insicurezza dell'infernale teatro iracheno - non sono andati lì per farsi sequestrare, per megalomania o al fine di propagandare meglio le proprie idee. Sono andati lì per testimoniare la verità e per arricchire i punti di osservazione su quell' immensa tragedia.
Chi afferma il contrario dice il falso, manipola la realtà , non ha a cuore il bene e la libertà dei cittadini, offende le persone e la memoria dei caduti per una causa giusta o per una missione di alto valore, ferisce la civiltà del proprio Paese. Chi ha idee da mettere in campo lo faccia e alimenti il dibattito democratico.
Gli altri tacciano. Gli insulti non sono idee. E' sono intollerabili.